Barrafranca, alcuni precari occupano l’aula consiliare

Barrafranca, alcuni precari occupano l’aula consiliare

- in Barrafranca

Occupazione dell’aula consiliare del comune da parte dei lavoratori dei cantieri di servizio, e mentre vige l’incertezza per il futuro, il sindaco in mancanza di somme, ha sospeso di fatto le attività lavorative. Infatti dal lunedì 13 aprile oltre alla sospensione i circa
200 lavoratori dei cantieri di servizio aspettano notizie da parte della Regione ma aleggia nell’aria una mancanza di ripresa visto l’annosa situazione di disagio in cui versano le famiglie di chi usufruisce anche una somma minima che è solo l’unica fonte di reddito.
Non è la prima volta che questi lavoratori occupano l’aula consiliare per dimostrare il loro disagio e il primo cittadino non ha fatto che constatare la situazione ed inviare un comunicato per sollecitare il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’assessorato regionale alla famiglia, Caruso, e poi anche ai vari dirigenti e ai deputati regionali ennesi con Mario Alloro, Luida Lantien e Antonio Venturino. Interessato anche il prefetto di Enna, Fernando Guida. «Nonostante le varie sollecitazioni da parte di numerosi colleghi – afferma il sindaco barrese, Salvatore Lupo – allo stato, non vi è alcun prowedimento che autorizza la prosecuzione delle attività dei cantieri di servizio, ex L R. 5/2005, per l’intero anno 2015 e quindi alla luce della mancata copertura finanziaria noi sindaci abbiamo le mani legate e siamo costretti ad interrompere la prosecuzione delle dette attività».
Il Comune barrese, quindi, ha disposto la sospensione delle attività a partire da lunedì prossimo, in attesa che la Regione
autorizzi la loro prosecuzione. Per questo gli operatori dei cantieri di servizio hanno occupato la sala consiliare, manifestando il loro disappunto per la sospensione delle attività. I lavoratori dei cantieri di servizio per ogni comune sono diventati indispensabili per garantire i servizi essenziali alla comunità e costituiscono un importante ammortizzatore sociale tale da permettere a numerose famiglie di sopravvivere alle gravi difficoltà economiche ed occupazionali.

Riproponiamo una intervista del 2013 che è quanto mai attuale.

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