Un volume definito dalla critica come un secondo “libro cuore”capace, di dare lezioni di umanità ed umiltà e stimolare la mente alla riflessione, nel rispetto della dignità e dell’amore. Si potrebbe riassumere in questo modo il libro della scrittrice e giornalista catanese Carmen Privitera dal titolo “Di Mulu ni fici n’Carrettu”, dove il protagonista dello scritto è un ennese Salvatore Di Mulo, insegnante da oltre 15 anni, all’istituto agrario (Ipsar) di Barrafranca, sede distaccata del liceo “Falcone” di cui dirigente scolastico è la prof. Stella Gueli.
Questa la recensione di CARMEN PRIVITERA: Il lessico semplice riesce a penetrare l’animo umano con originalità:“Ma la mia Terra non è Atlantide, è un luogo di fatica, di grandezza, dove gli Angeli prendono respiro per poi volare in alto, dove i diavoli si dissetano per poi riprendere ad affilare le armi. Ed Io in questa Terra, uomo e animale che mi accingo a guardare nel pozzo dei sogni e della poesia, io son nessuno, io son niente, io son re o narratore che scrive le proprie imprese attraverso i fallimenti subiti, … La mia Terra che dona i suoi frutti a pochi temerari, premiati eletti e considerati Saggi”. Il volumetto presentato lo scorso 20 dicembre nel catanese, ad Acitrezza, è stato definito da molti critici un secondo “libro cuore”capace, in una nuova chiave di lettura, di far assaporare al lettore la bellezza della forbita lingua italiana proponendo pagine di vita ricche di verità, che danno lezioni di umanità ed umiltà e ponendo interrogativi che stimolano la nostra mente alla riflessione, nel rispetto della dignità e dell’amore. Qui la fragilità umana diventa un valore incalcolabile a cui fare riferimento. Il protagonista dello scritto è Salvatore Di Mulo visto in questi racconti come se fosse proiettato in un film, con atteggiamenti semplici e con un linguaggio familiare capace di evocare sensazioni di un tempo passato che pensavamo dimenticate, come odori, frutto di delizie che riempivano allora le nostre narici e che oggi, ci ricordano, dovunque, il profumo della Terra, della nostra Sicilia. In queste righe viene raccontata la giovinezza di un bimbo diventato uomo troppo presto, un’infanzia spesso fatta di dolore, spesso piena di allegria, ma una vita vissuta tra sensi dimenticati e sentimenti conquistati. I racconti divisi in capitoli ci mostrano un paesaggio dell’entroterra siciliana, padrone di immensi ricordi, dove persone care e luoghi paradisiaci si sono costruiti, dove la sventura e la felicità sono diventate sorelle, dove il rimpianto è diventato padrone, tra illusioni e speranze perdute, per donare poesia e fanciullezza anche a chi non accetta di avere un cuore: “Il mulo era il gioco più bello per tutti e soprattutto per me, era come un caro amico prezioso che io sognavo quasi tutte le notti, lo immaginavo con delle ali fosforescenti e magiche; allora ero convinto che fosse un principe che una strega cattiva aveva punito trasformandolo in mulo”. In questo libro la Terra di Sicilia, “Isula d’amuri e di ciuri”, costruita tra tradizioni e Santuzzi, a cui la gente fa riferimento e a cui secondo le consuetudini dettate dagli anziani, Dio in persona ha regalato il profumo del Paradiso, qui tra queste pagine diventa vittoria dell’amore di Dio e della povera gente che confida solo nella provvidenza. Il volume si arricchisce di disegni grazie al contributo di pittrici come Maria Luisa Consoli, Silvia Pagano e Silvia Papotto. Di Mulo, che da agricoltore è arrivato a far parte della compagnia di ballo storico nazionale di Luca Graziano, ha fatto diverse presentazioni del suo volume tanto che recentemente ha inoltrato richiesta anche al liceo “Giovanni Falcone” di Barrafranca.