Copia e Incolla continua la sua ricerca di “cose” da incollare, proponiamo una notizia apparsa su “La Sicilia” che è quantomeno singolare perché lega i sentimenti religiosi di devozione ai Santi e i problemi della vita reale, la mancanza di lavoro per i precari della ex provincia. In questo caso viene invocata Santa Rita, che sappiamo essere la Santa dei “Casi impossibili”, e forse hanno proprio azzeccato la Santa giusta al momento giusto. Ma leggiamo insieme cosa scrive Lisacchi.
Su un foglio affisso al portone d’ingresso del Palazzo della Provincia si legge: «O potente Santa Rita, chiamata santa degli impossibili, awocato dei casi disperati, soccorritrice dell’ultima ora, rifugio e scampo del dolore, parlate, pregate intercedete per noi presso il cuore dei nostri amministratori)). Una preghiera accorata quella dei 105 dipendenti della provincia, ex articolisti, ex Lsu, ex Pip, ex Asu, una lunga serie di ex sigle che oggi si traducono in una sola etichetta precari Fanno parte di quell esercito di precari che in tutta la Sicilia si aggira-
no a oltre ventimila. «Noi siamo lavoratori-.dicono i rappresentanti del Coordinamento dei Precari della Provincia Regionale di Enna – con contratti parziali a 18 e 24 ore settimanali, con contributi parziali e prospettive di pensione parziale. Lavoratori già disagiati in partenza i cui stipendi variano da 700 a 900 euro. Ricopriamo i servizi di ogni settore, dalla ragioneria agli uffici tecnici fino alla manutenzione delle strade. Basti pensare che la forza lavoro delle strade è composta per oltre la metà da cantonieri precari». Oggi il delicato tema dei precari impiegati presso la provincia s’inserisce nell’ambito della riforma Delrioo (la Regione Sicilia in quanto a Statuto speciale ancora non ha saputo partorire una riforma) e del riordino delle funzioni provinciali. A seguito di quel prowedimento infatti è stato fatto espresso divieto di assumere a tempo indeterminato dal 2012 e negli anni successivi, divieto poi ribadito dalla Legge di stabilità
2015. Da ciò scaturisce lo stato di agitazione, con l’assemblea permanente dei dipendenti precari della Provincia regionale di Enna che cischiano di perdere, dopo 25 anni; il proprio posto di lavoro per la mancata proroga dei contratti che scadono per 23 unità il 31 maggio e per i restanti 82 il 30giugno. «I responsabili – affermano dal Coordinamento dei precari – di tutto ciò che sta accadendo sono i governi, regionale e nazionale. Oggi siamo stati ricevuti dal commissario e ci ha prospettato, purtroppo per noi, la drammaticità trasversale per tutte le nove province. C’è una prospettiva che è quella di tamponare la situazione fino giugno, in attesa di qualche segnale concreto a livello normativo e finanziano da parte della Regione ma anche dallo Stato».
GIACOMO LISACCHI