L’ex chiesa di SAN GIUSEPPE- La storia e le foto di una chiesa non più esistente

L’ex chiesa di SAN GIUSEPPE- La storia e le foto di una chiesa non più esistente

Barrafranca (EN). Ancoro vivo nella memoria delle persone più grandi il ricordo dell’antica chiesa di san Giuseppe, sita di fronte alla chiesa Madre che, per incomprensibili piani, fu definitivamente demolita nel 1979. Oggi vogliamo ricordarla attraverso una breve storia e soprattutto attraverso le immagini che le foto di allora ci lasciamo. Tutto ciò è possibile grazie alle foto scattate e raccolte dal nostro compianto professor Cateno Marotta, memoria fotografica della nostra Barrafranca, e dell’archivio fotografico di Giovanni Collura.

Su una pietra che stava collocata alla sommità del portone vi era la scritta: “Tu Joseph salve, salve et Tu mater Jesus -1671“. Da questo si deduce che il 1671 fu l’anno della costruzione della chiesa. Dallo storico barrese sacerdote Luigi Giunta apprendiamo che il sacerdote D. Melchiore Russo in data 5 dicembre 1667 chiede a monsignor Bonadies, vescovo di Catania, di poter edificare a sue spese una chiesa al patriarca san Giuseppe. La chiesa fungeva da cappella all’annesso educandato femminile, diretto dalle Carmelitane e ingranditosi grazie alle donazioni della nobildonna Filippa Amantia nel 1853, con la costruzione di nuove celle nei locali siti in via Vasapolli (in seguito adibiti a pretura). La chiesa fu ingrandita nel 1776 con il cappellone. La facciata, molto semplice e armoniosa, era conclusa con le statue della Sacra Famiglia, opera di Scarpulla. Sempre lo storico Giunta scrive che in un inventario del 1745 erano elencati la statua lignea di san Giuseppe con il bambino (si trova nella chiesa Madre), risalente al 600, una pittura della santa Famiglia (che apparteneva alla vecchia chiesa Madre conosciuta come “U cappidduni”), il quadro di san Liborio, due affreschi raffiguranti san Bartolomeo e sant’Andrea, opera di Tommaso Pollace (discepolo di Vito D’Anna), oltre ad altri arredi sacri (di cui è rimasto ben poco). Inoltre vi era un altare ligneo, il cui tabernacolo aveva, sulla porticina, i misteri della passione. Il vecchio confessionale, in pregiato barocco, si trova nella chiesa Madre. Fu chiusa al culto intorno al 1969, quando il tetto iniziò a crollare e definitivamente demolita nel 1979. L’antica campana fu recuperata, e fu data alla chiesa Santa Famiglia di Nazareth (non utilizzata). Dopo la chiusura al culto, la chiesa rimase lì maestosa, ferma nello spazio ma soprattutto nel tempo. L’incuria e il tempo causarono lo sfaldamento del tetto che iniziò a crollare. Così si decise di demolirla, distruggendo definitivamente un gioiello dell’arte barrese. Si racconta che il progetto originario prevedesse la distruzione non solo della chiesa, ma degli edifici che vi gravitavano attorno con lo scopo di poter realizzare una grande piazza. Mentre l’accordo con la chiesa fu facile, per gli edifici non fu possibile perché, negli anni, erano diventati proprietà privata. Per anni tutto fu trascurato, della “famosa piazza” che doveva nascere al posto della chiesa non rimase che uno spiazzo per la macchine. Alla fine degli anni ’90 si iniziò a proibire il posteggio delle macchine, con l’intento di riqualificare la zona e realizzare una vera e propria piazza. Nel 2002 lo spazio lasciato libero dalla demolizione della chiesa subisce un intervento di riqualificazione urbana, promosso e realizzato dall’allora amministrazione comunale. L’inaugurazione avvenne il 07 settembre 2002 alla presenza del sindaco Salvatore Marchì, dell’amministrazione comunale, dei rappresentanti civili e religiosi e della popolazione barrese, lasciando così ai posteri l’attuale piazza San Giuseppe.

Rita Bevilacqua

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