Bisogna dire addio ad una delle poche palme presenti in viale Generale Cannada collocata di fronte al Campo Sportivo e vicino all’edicola Nicolosi – Crapanzano. Le foglie della palma stanno cadendo per la presenza del killer, il punteruolo rosso che in soli sette anni ha sterminato oltre trecento palme per un valore stimato di circa 1 milione di euro. Nel solo viale Generale Cannada che era considerato uno degli ingressi più belli dei comuni dell’ennese erano presenti una novantina. il patrimonio palmicolo del territorio comunale visto che alcune palme data l’età possono raggiungere costi elevati, per chi li acquista da privati, dai 5 ai 10 mila euro. La presenza del coleottero killer si manifestò a Barrafranca nel 2008 ma l’amministrazione di allora con pochi mezzi oltre ad interessare il corpo forestale e altri enti preposti alla presenza di professionisti non potè destinare fondi per un problema che ha interessato a macchia d’olio tutti quasi tutti i comuni dell’isola. La palma di viale generale Cannada si trova nello stadio finale e non c’è più nulla da fare per poterla salvare. Il punteruolo rosso appartiene alla famiglia dei “Coleottero Curculionide”. Possiede un capo allungato a forma di proboscide, alla cui estremità si trova la bocca che perfora i tessuti vegetali. Di colore marrone-rossastro con striature nere, raggiunge lunghezze di 19 e 45 mm e larghezze di 11,50 a 15,50 mm. L’insetto è capace di volare. Si afferma che il punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) sia giunto in Italia viaggiando all’interno di una palma di Cocco. La sua diffusione è stata radicale, caratterizzata da attacchi mirati in prevalenza alla palma delle Canarie. L’Italia (e soprattutto la Sicilia) non riesce a contrastare il piccolo insetto anche se i mezzi per farlo esistono. Il suo attacco danneggia la palma nei germogli apicali, non rendendola più capace di crescere e produrre nuove foglie. Il coleottero logora anche i tessuti alla base delle foglie facendole seccare progressivamente. Siamo tutti arruolati a lotta obbligatoria: sono già migliaia le palme abbattute sui nostri territori, con conseguente alterazione irreparabile dei paesaggi. Le palme che muoiono sono spesso secolari: se non si fa nulla ne moriranno altre, non morirà l’insetto. Ma c’è un rimedio? Documentarsi sul web è facile: troverete molte soluzioni al problema. In molti promuovono la somministrazione di un trattamento, sia a carattere preventivo per le palme sane, che a carattere terapeutico per infestazione appena iniziata! Se è stato annientato il germoglio centrale della palma, c’è ben poco da fare. Si procede con una endoterapia (cioè iniezioni di prodotti al tronco della pianta), combinata ad irrorazione di antiparassitari sulla chioma, entrambe effettuate ogni 3 o 4 mesi, e per un periodo di 3 / 4 anni. Il tempo e la pazienza sono fondamentali. Dopo mesi si smette di trovare ai piedi della palma i “bozzoli“ delle larve, dopo un anno si vedono germogliare nuove foglie dal centro della chioma. Si stima che in due anni la palma torna ad avere una chioma decente e dopo 3 o 4 anni torna a splendere. Le terapie sono molte. e lo si può notare facendo anche una ricerca su internet. Quello che in molti si chiedono è – se il rimedio esiste – perchè non viene attuato su scala estesa sia negli spazi pubblici che in quelli privati? Intanto le palme malate si notano soltanto nello stadio finale, e come in tutte le cose, ci vorrebbe uno studio e un lavoro preventivo. Forse a scoraggiare ogni iniziativa, è la durata delle terapie che raggiunge anche i 4 anni. C’è da aggiungere che i costi di attuazione non sono affatto bassi e spesso gli enti, come il comune di Barrafranca ha dimostrato, non hanno i fondi per autorizzarne l’attuazione.
Un annuncio su internet sulle palme porta alla riflessione: “Guardate che la morte di una palma costa comunque, forse di più! La sua eliminazione e sostituzione costano approssimativamente quanto 10/12 anni di terapie: non sarebbe meglio quindi curarle invece che lasciarle morire lentamente?”.