Scorie radioattive, attenzione agli allarmismi

Scorie radioattive, attenzione agli allarmismi

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Sono due i titoli su “La Sicilia” di oggi 9 Agosto che in qualche modo rispondono all’articolo apparso qualche giorno addietro che parlava di scorie radioattive e rifiuti speciali nel territorio ennese ad opera del presidente URPS Regalbuto. Il primo articolo è a firma di Flavio Guzzone. Il secondo è firmato da Carmeolo Pontorno di Leonforte.

“Scorie? Una storia vecchia”

Il Cotas deciso a dare battaglia. Contestate le modalità per la diffusione delle notizie che creano allarme

Il problema scorie radioattive in provincia di Enna è voluto intervenire To- nino Palma, presidente del Comitato Tutela Ambiente e Salute, per manifestare tanta preoccupazione per una soluzione di questo genere. E’ da decenni che il territorio ennese viene designato, data la presenza di miniere abbandonate, come sede ideale per lo smaltimento di scorie radioattive a cominicare dalla miniera di Pasquasia. In relazione alle indiscrezioni del presidente della commissione miniere dell’Urps Giuseppe Regalbuto sulla possibile individuazione da parte degli esperti della Sogin, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, di un’ex miniera di salgemma nei pressi dei comuni di Agira, Leonforte e Nissona, il Cotas (Comitato tutela ambiente e salute) del territorio è deciso a dare battaglia per evitare che questo possa succedere, non nasconde il proprio disappunto per le modalità in cui queste informazioni vengono diffuse destando allarme e sottraendo all’attenzione dell’opinione pubblica la possibilità di accedere alle fonti e ai documenti che possano attestare la veridicità della notizia e nel contempo poter prendere in esame le dovute contro- deduzioni. «Già in passato – sottolinea Tonino Palma – il territorio di Enna è stato oggetto di particolari “attenzioni” da parte di organismi governativi e daLla stessa Enea che ha effettuato esperimenti, utilizzando uranio, tra il 1976 e il 1991 sul confinamento geologico delle scorie radioattive a lunga vita e ad alta attività e ha avviato azioni per la costruzione, in collaborazione con l’Italkali di Palermo, di un laboratorio sperimentale in una delle gallerie della miniera attiva di Pasquasia, ma di questi esperimenti e sui loro esiti la popolazione è stata sempre tenuta all’oscuro. sino alla scoperta ditali attività attraverso pubblicazioni di carattere scientifico, atti e rapporti come quello edito dalla European nuclear energy agency».
Per il Cotas questi eventi hanno causato il perdurare di una situazione di preoccupazione della società civile che non si è mai sopita in quanto nessun organo ufficiale ha smentito questo particolare interesse per le miniere ennesi ed oggi si riaccendono nuovamente i riflettori su questo tema in maniera piuttosto opaca. ((Un fatto di questa portata – sottolinea Tonino Palma – che potrebbe avere notevoli ripercussioni sul futuro del territorio sia dal punto di vista socioeconomico, che sanitario nonché sulla sicurezza dell’intera area, non può essere trattato con superficialità e approssimazione, ma va dettagliato e documentato. Cotas in qualità di comitato che raggruppa numerosi cittadini ed associazioni, che si sono dichiarati contro il nucleare, contro qualsiasi utilizzo delle miniere che non sia legato allo sviluppo economico, produttivo e turistico del territorio, mette in allarme i propri associati e le associazioni aderenti e si prepara ad approfondire con tutti i propri mezzi a disposizione la veridicità di quanto appreso e di elaborare una eventuale piattaforma ed iniziative per coinvolgere i cittadini, i soggetti politici ed istituzionalidel territorio per evitare che la provincia di Enna e la Sicilia possano essere trattate, come discarica del Paese».

ANCHE IL PD EONFORTE AVVIA UNA GUERRA CONTRO L’EVENTUALE TRASFERIMENTO

Deposito rifiuti radioattivi nel territorio ennese «Solo indiscrezioni, meglio non creare allarme»

LEONFORTE. 11 più che ventilato deposito di smaltimento di rifiuti radioattivi in provincia di Enna e, quindi, anche nelle vicinanze di Leonforte, sta generando una serie di interventi. Antonio Vanadia, segretario della sezione del Pd di Leonforte, a questo proposito, dice: ((Sono di preoccupante gravità le indiscrezioni di qualche giorno fa, secondo cui gli esperti della Sogin, la società che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, incaricata di proporre la mappa dei siti idonei allo stoccaggio ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, avrebbero individuato un’ex miniera di salgemma nei pressi dei comuni di Agira, Leonforte e Nissoria per realizzare la discanica nazionale». Dopo avere detto che è stato chiarito che qualsiasi indicazione o supposizione in merito alla notorietà di aree potenzialmente idonee è, al momento, da ritenersi giunto: «Così come è apparso chiaro che soltanto a conclusione dell’iter amministrativo è prevista la manifestazione di interesse ad ospitare il Deposito nazionale, da parte delle regioni nel cui territorio ricadono le aree idonee. Inoltre, è stato anche sottolineato che qualora nella Regione Sicilia nisultassero presenti zone individuate come “aree idonee” alla localizzazione del Deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, il governo siciliano potrà comunicare il proprio non interesse ad ospitare il suddetto deposito».
Intanto, cosa avete fatto: «Abbiamo contattato l’onorevole Maria Greco, con la quale si è programmata una dura presa di posizione in ogni sede istituzionale e politica, portata avanti in totale sinergia con chiunque volesse spendersi in merito. E sono stati chiesti chiarimenti al presidente Matteo Renzi, alla segreteria particolare l’Ambiente Silvia Velo, al viceministro sviluppo Economico Carlo Calenda, alla Società “Sogir”, all’Ispra – Dipartimento Nucleare a Chiara Bragna, membro della Commissione Ambiente».
In prospettiva? «Il Pd di Leonforte sarà deciso nel monitorare la situazione attraverso tutti i canali utilizzabili, con la disponibilità a qualsiasi tipo di fattiva collaborazione con le Istituzioni e, in tal senso, con una missiva ho invitato il sindaco di Leonforte a diffidare formalmente la Regione al fine di non rilasciare alcuna autorizzazione finalizzata alla realizzazione di di- scariche altamente pericolose. Infine, ho invitato il presidente del consiglio comunale a convocare i consiglieri, per dichiarare Leonforte paese denuclearizzato in modo da evitare il deposito di materiale radioattivo anche in superficie».

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