CATANIA – Un grande successo di pubblico ha accompagnato gli eventi di Bonfirraro editore, protagonista assoluto del Buk festival di Catania, con il suo impegno caleidoscopico in favore dell’arte, della cultura e del sociale.
Se è già calato il sipario sulla seconda edizione della rassegna letteraria della piccola e media editoria nella bellissima cornice del Palazzo Platamone della città etnea, in casa Bonfirraro si fanno ancora i conti, viste le numerose presenze sotto il palco centrale, durante le tre serate riservate alla kermesse:
“Una triade di momenti interconnessi e preparati in maniera sinergica tra diversi attori ha sicuramente decretato il sold out dei nostri eventi – afferma l’editore Salvo Bonfirraro – e ciò conferma un impegno costruito da anni con tenacia e perseveranza, inseguendo via via obiettivi sempre più lontani. Siamo una casa editrice che non solo abita gli immensi spazi della cultura, ma siamo sempre rivolti alle cause più scottanti e attuali nel panorama civile e sociale, perché convinti che la forza della parola riesca in qualche modo a incidere sulle coscienze, al di là del muro di silenzio che si erge spesso attorno a determinati argomenti”.
Ed è proprio questo il messaggio che ha animato il primo evento, la conferenza “We can do it – La letteratura contro la violenza”, trasformata in occasione di riflessione sui maltrattamenti contro le donne e le ingiustizie, arricchita della magistrale conduzione della giornalista Rai Antonella Gurrieri. Alle due ore di dibattito serrato, sono intervenuti innanzitutto tre importanti personalità di elevata caratura morale e letteraria: il giornalista Massimo Mangiapelo e due scrittrici, l’albanese Ismete Selmanaj e la teatina Natascia Berardinucci, rispettivamente autori di “Federica la ragazza del lago”, “Verginità rapite” e “Prigioniera della mia innocenza”, tutte opere edite da Bonfirraro. Nasce, infatti, dall’incontro con diverse ed eleganti penne, motivate a non soffocare nel silenzio le proprie difficilissime esperienze, la volontà dell’editore di riservare un ampio spazio della propria produzione letteraria alle pubblicazioni dal carattere di denuncia nei confronti di qualsiasi forma di maltrattamenti e di ingiustizie e di lottare per l’affermazione di valori inalienabili. Il tema della violenza declinata nelle diverse opere è stato, poi, via via commentato e approfondito dagli interventi dei quattro relatori: Mariangela Chisari, avvocato e socia del Centro Antiviolenza “Thamaia” di Catania, Graziella Priulla, docente di Sociologia Università di Catania, e Salvo Fleres, già garante dei diritti dei detenuti. Si è parlato di quanto esistano ancora stereotipi troppo forti, di come la donna appare sui mass media, dei diversi tipi di violenza, dei minori che assistono ai maltrattamenti in famiglia, della legge sul femminicidio e dei suoi possibili effetti.
A un momento così raccolto e toccante, è seguito, il giorno successivo, il grande appuntamento riservato alla forza evocativa e narrativa del mito. Ospite d’eccezione Emilio Sarli, l’autore del bellissimo romanzo “La Dea di Morgantina – Il ritorno della Madre Terra”, incentrato proprio sulla figura della prorompente scultura dalle struggenti femminili fattezze, conservata e custodita dal 2011 presso il Museo di Aidone, in provincia di Enna. Questa statua sarà, dunque, una Venere femme fatale o una Demetra, che ogni notte scende dal suo piedistallo per cercare la sua Kore?
La presentazione del libro è stato poi accompagnata dal mirabile spettacolo, applaudito da centinaia di persone e ispirato alle atmosfere classiche evocative delle Metamorfosi di Ovidio, organizzato in sinergia con l’associazione Archeoclub di Aidone – Morgantina, della tenace e colta presidente Alessandra Mirabella, accompagnata dalla sua omologa catanese Giusy Liuzzo, e la compagnia teatrale Kalòs, guidata dal sapiente regista catanese Calogero Matina.
Stessi numeri da record anche per l’ultimo evento in calendario, quando con l’eccellente moderazione del caposervizio della Rai Tg3 Guglielmo Troina, si è ritratto il fiero profilo dello scrittore Mauro Mellini, autore molto prolifico, che con la Bonfirraro editore ha pubblicato ben quattro titoli, prediligendo testi di denuncia sociale. Personaggio centrale nella storia e della politica italiana, ex parlamentare del Partito Radicale e membro del Consiglio Superiore della Magistratura, per una sera è stato “fronteggiato”, ma soltanto letterariamente, dal noto penalista catanese, Giuseppe Lipera: si è assistito, dunque, a un face to face accattivante e coinvolgente tra due colossi della giurisprudenza, declinato su diverse tematiche civili e sociali, dalla politica alla più stretta attualità, fino a sfiorare la complessa problematica legata ai due Marò, detenuti da anni in India, di cui Mellini scrive nel suo ultimo libro, intitolato, appunto, “Il mercato dei Marò” ( Bonfirraro – 2014).
«Ringrazio gli organizzatori del Buk Festival, l’associazione modenese ProgettArte– ribadisce l’editore – Noi non possiamo non essere contenti per il risultato di presenze raggiunte quest’anno e, sulla scorta di questa esperienza, siamo già a lavoro per prepararci a organizzare altre attività culturali, coerenti con le linee della nostra casa editrice».