Una biografia di un minatore che descrive i momenti difficili nelle cave e poi nella miniera connessi al periodo storico – culturale del dopoguerra. A scrivere un volume è l’ottantunenne Angelo Regalbuto, originario di Villarosa ma residente da diversi decenni a Barrafranca, il quale ha voluto lasciare ai posteri l’esperienza del lavoro in miniera in cui “c’era la fame, il pane e le tessere”. Oltre al duro lavoro l’arzillo Angelo Regalbuto con il volume “Biografia di un minatore” racconta la vita difficile in miniera anche nel ruolo di consigliere di fabbrica. “ Negli anni Cinquanta – afferma Regalbuto – tutto era distrutto e molti, che provenivano dai comuni ennesi furono assunti nella miniera. Ho lavorato per trenta anni nelle miniere di zolfo e sali potassici nella miniera di Pasquasia e, racconto la vita difficile dei minatori e la poca vita sociale che conducevano fuori dalle viscere della terra”. Angelo Regalbuto, 81 anni, è sposato con Stella Paternò ed ha la fortuna di avere tre figli: Francesca, Giuseppe e Carlo e con questo volume non ama definirsi né un poeta e un professore per gli umili studi conseguiti: ha studiato fino alla seconda elementare. La miniera di Pasquasia, nonostante le vicissitudini attuali, a partire ha rappresentato una delle più importanti fonti occupazionali (a secondo dei periodi si è arrivato anche a circa di un migliaio di lavoratori) per i comuni di Enna e Caltanissetta. Le miniere o cave nell’ennese (Villarosa, Assoro, Valguarnera, Barrafranca) se un tempo davano lavoro adesso potrebbero essere utilizzate anche per un fine turistico. La chiusura della miniera, è avvenuta repentinamente e inaspettatamente il 27 luglio 1992, e diede un duro colpo anche all’economia locale che avrebbe impiegato più di 5mila maestranze. Angelo Regalbuto descrive,simpaticamente, anche l’ideologia di un comunismo decadente in un comizio in cui si trovo a parlare al posto dei dirigenti della DC. “ Ricordo con piacere un comizio – afferma Angelo Regalbuto – che feci a Villarosa nel 1992 e sul palco non improvvisai ma feci due paragoni per significare come il comunismo italiano fosse selvaggio. Sono stato sempre un anticomunista perché odio le dittature”. A seguire un rappresentante del Partito Comunista che si dimenticò di parlare del programma elettorale ma inveì su Regalbuto, tanto che per quest’ultimo fu un onore. Durante la sua vita ha visto passare diversi presidenti della Repubblica. “ Posso parlare di Leone che è stato accusato, di Pertini elegante e orgoglioso, di Cossiga, esperto, scienziato ma incosciente ed ipocrita per aver preso a picconate il suo stesso partito, la Dc; poi Ciampi, imparziale e corretto; fino ad arrivare ai giorni recenti con Napolitano il quale nei primi cinque anni di mandato è stato competente e quasi imparziale. “Sapete il perché?” – riferisce senza peli sulla lingua Regalbuto dando la sua risposta: “Perché è comunista e non poteva tradire la sua ideologia”. Nel volume, la cui prefazione è stata curata dalla giovane insegnante Maria Catena Costa, mette in risalto diverse poesie tra cui quella dedicata alla Santa che proteggeva i minatori: è Santa Barbara. Donati i due volumi rispettivamente alle biblioteche di due comuni personalmente ai rispettivi sindaci. “ Il nostro comune si conferma sempre terra di poeti e scrittori – afferma il sindaco di Villarosa, Francesco Costanza – e questo volume si inserisce in un ampio contesto culturale e sociale dei decenni passati. E’ un figlio della nostra terra. E’ da ammirare perché nonostante non abbia studiato tanto ha doti innate. Lo ringrazio perché ha dato un contributo notevole al nostro paese”. Anche il sindaco di Barrafranca, Salvatore Lupo, a nome della comunità ha espresso la sua gratitudine: “ La descrizione della vita della miniera e tutto quello che la circondava nella seconda metà del Novecento è una testimonianza per le nuove generazioni. Il racconto di un ex minatore da lustro al nostro territorio”. A seguire, per certi versi l’amore per la miniera è il figlio, Giuseppe, attualmente presidente per la commissione Ursp per le miniere dismesse siciliane, ma che ha dato la possibilità di far parlare di Pasquasia dal 2008. Da molto tempo lancia l’appello rilanciare Pasquasia, grazie all’Italkali, un progetto pilota per la trasformazione della kainite già avviato a Realmonte nell’agrigentino. Ventidue milioni di euro sono stati stanziati per la bonifica di Pasquasia, che secondo Regalbuto <<Junior>>, se riattivata dagli scarti di lavorazione, si produrrebbe il pregiato materiale del magnesio metallico, richiesto a livello mondiale nel settore automobilistico e in aeronautica.