Oggi 31/10/2015 si chiude l’Esposizione Universale di Milano. Sei mesi, da maggio ad ottobre; da 20 milioni di visitatori previsti inizialmente, si conclude con oltre 21 milioni di ingressi; le parole «figuraccia», «scandalo», «inutile», «grande spreco» di sei mesi fa prima dell’apertura si sono trasformate in «good», «great», «bello», «grande», «straordinario», «spettacolo».
La parola chiave è quindi successo, almeno secondo quanto rilevato da uno studio condotto da Sociometrica, da Expert System e dal sociologo Antonio Preiti, che prendendo in esame tutti i messaggi pubblicati dagli utenti su Twitter contenenti #Expo2015 ed #Expo, è riuscito a ricostruire l’impatto di Expo sul web da maggio a ottobre. Il risultato finale che in termini tecnici è definito «sentiment» sull’evento è perciò molto positivo.
Un risultato che supera tutte le difficoltà iniziali, tra indagini, scandali, mazzette, arresti e polemiche di ogni genere e riesce a trasformarsi finalmente in uno straordinario ed importante luogo di crescita per il rilancio dell’Italia e della sua immagine, dei nostri prodotti, delle nostre eccellenze, del Made in Italy, ma anche l’incontro di realtà, culture, cibi, sapori, tradizioni e conoscenze provenienti da 137 Paesi del mondo ospitati nei 110 ettari tra padiglioni, spazi e strutture appositamente adibite per gli espositori nazionali e internazionali.
Dopo sei mesi gli anche le immagini degli scontri dei manifestanti no Expo e dei black bloc che il 1° maggio avevano messo la città di Milano a ferro e fuoco, contro le forze dell’ordine, sembrano ormai cancellate, o forse rimangono come vecchi e brutti ricordi. Vetrine e negozi distrutti, auto in fiamme, lacrimogeni, sassi, vernici, molotov e perfino le parole di improvvisate di quel giovane che racconta alle telecamere di essere soddisfatto di quelle violente proteste, rivolte tra l’altro contro chi non aveva nulla a che fare con EXPO, cadono nel nulla. Già l’indomani, migliaia di cittadini, commercianti, associazioni e ragazzi milanesi si erano messi al lavoro per ripulire la Città, contare i danni subiti e rimettere tutto a posto di lì a poche settimane. Questa fu la risposta di Milano che fin da subito fece presagire la buona riuscita di un evento così importante.
Il tema — Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita — ha sicuramente attratto l’interesse di visitatori ed espositori, visto che quello della nutrizione è uno degli argomenti chiave che riguardano direttamente le prospettive di futuro del nostro pianeta, per l’aumento della popolazione, per la scarsità di acqua e di risorse agricole, perché chiamano ad affrontare una lunga e seria riflessione sulle possibilità e sulle strategie per assicurare le giuste quantità di cibo sano e sicuro a tutti gli abitanti della Terra che nel 2050 si presume saranno oltre 9 miliardi.
L’EXPO è stata sicuramente un’occasione per le realtà imprenditoriali grandi ed affermate, ma soprattutto un’opportunità di crescita per le piccole e medie imprese, per gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori agricoli, per mondo delle startup e dell’innovazione tecnologica, una fonte di ispirazione per chi desidera realizzare i suoi obiettivi futuri. L’Esposizione ha incrementato inoltre il settore del turismo che può contare su solide basi per il futuro, visto che circa il 54% dei visitatori stranieri hanno espresso il desiderio di voler ritornare in Italia entro l’anno prossimo, ed è riuscita ad essere tutto questo avendo messo al centro il visitatore stesso, i suoi interessi e la possibilità di poter dare un giudizio della sua esperienza.
Numeri e temi importanti quindi, sfide di oggi e di domani, che riguardano l’Italia tutta e non solo gli espositori. Sfide che l’Italia ha dimostrato ancora una volta di saper affrontare con coraggio, determinazione e capacità di reazione, riuscendo in pochissimi mesi a demolire l’impianto del malaffare e dei pregiudizi per dare spazio all’Italia migliore, che non si ferma difronte alle difficoltà e che si mette in gioco per riuscire a realizzare progetti di grande rilievo attestandosi tutti i meriti, in grado di ottenere ammirazione e di stupire.
Adesso si pensa al dopo-EXPO, a smontare i padiglioni ma soprattutto a reinventare una destinazione per un’area così grande di qui ai prossimi anni. I disegni definitivi si avranno più in là, ma già si discute sulle possibilità di costruire attorno all’Albero della vita, un polo tecnologico-universitario che possa fare tesoro delle conoscenze e della sperimentazione di questi mesi per impegnare tutte le forze a proseguire sulla strada già tracciata, per la realizzazione di progetti ed obiettivi in vari ambiti, al fianco del Politecnico, dell’Università di Milano e di Assolombarda, oltre che della rete di imprese del territorio. L’idea è quella di creare una mini-Silicon Valley italiana finanziata da Stato e privati, in grado di competere con i più grandi cluster europei e di influenzare – come spera anche il presidente Mattarella – il resto d’Italia.
Calogero Aquila