Per il giudice del lavoro di Trani, superati i 36 mesi di servizio, la Asl ha il dovere di riconoscere la trasformazione del contratto del dirigente medico da tempo determinato a tempo indeterminato Soddisfazione per il presidente del comitato dei precari Giuseppe Regalbuto che da due anni ribadisce il concetto della corte europea riguardo ai precari. Infatti grazie alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Trani, n. 1528 del 26 ottobre 2015, si aprono nuovi orizzonti per i precari della sanità che da anni lavorano con contratti atipici e a tempo determinato e vanno avanti di proroga in proroga. La stessa ratio, già applicata ai precari della scuola, si può estendere a tutti gli altri precari, soprattutto in Sicilia.
Il Giudice del Lavoro ha accolto il ricorso di un dirigente medico precario da oltre 36 mesi condannando la Asl di Bari a riammettere immediatamente in servizio il ricorrente, con il consequenziale risarcimento del danno.
“Il Tribunale di Trani conferma i principi stabiliti dalla Corte Europea nella sentenza del 26.11.14 in materia di abuso del contratto a termine da parte delle Pa che possono essere “sanzionate”, con il risarcimento dei danni e/o con la condanna alla trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato” continua il presidente Giuseppe Regalbuto “questa sentenza pone termine al precariato nella sanità pubblica, dove operatori sanitari, infermieri e dirigenti medici spesso subiscono un vero e proprio abuso nella reiterazione dei contratti a termine, e visto l’annesso risarcimento del danno rischia di creare un serio problema.
Il Comitato dei precari nella persona del Presidente Regalbuto ha inviato una nota alla regione e al ministero chiedendo una proroga come quella adottata dal governo nazionale, che consente allo stato di prorogare i precari nazionali fino al 2018, nell’attesa dell’approvazione di una legge regionale che inglobi tutti i precari, asu, ex pip, forestali ex rmi che superi il patto di stabilità. Si può prevedere anche di fare una forzatura politica per inserirli tutti nel sistema tipo Risais (che funziona già da 20 anni).
In Sicilia i precari sono circa 24 mila, ed esattamente 18.550 lavoratori precari degli Enti locali, 5.800 ASU e 2200 precari AS. A questi si aggiungono poi, solo per le provincie di Enna e Caltanissetta, i 1400 ex r.m.i., oggi cantieri di servizio e da includere sarebbero anche alcune partecipate come la Multiservizi di Enna che ad oggi conta 70 unita che sono state licenziate e non hanno nessun ammortizzatore sociale. Una buona parte di questi lavoratori si trovano in provincia di Enna.
“Quella del precariato è una piaga che va risanata” conclude Regalbuto “non possiamo consentire che, in un Paese civile come il nostro, sia lo stato per primo a non rispettare i diritti sacrosanti dei lavoratori””.