La riunione di Giovedì 21 gennaio 2016 del Salotto artistico-letterario “Civico 49” è stata dedicata al ricordo di don Sandro Bernunzo, di cui il 28 dicembre è ricorso l’anniversario della morte, e il 23 di questo mese la data della nascita. Principali relatori sono stati Jole Virone e Carmelo Orofino: la prima perché ha avuto una lunga amicizia con don Sandro, alimentata dalla comune passione per la poesia e rafforzata ancora di più quando sono diventati vicini di casa; il secondo perché ha scritto con lui il testo della “Vasacra”, il dramma sacro che si rappresenta il Mercoledì Santo a Barrafranca.
Jole Virone dopo aver presentato Don Sandro, come uomo e sacerdote dall’ampia cultura, rivoluzionario e di ampie vedute, che ha precorso per certi versi i tempi, ha scandagliato il suo percorso poetico attraverso l’analisi delle sue tre raccolte poetiche. La prima raccolta FIABE A META’, simile a un poemetto lirico, rappresenta l’esperienza più emozionante e più gratificante che un essere umano possa aver vissuto, quella dell’educatore. Bambini, animali, figure e lembi di piccola umanità vivono intorno ad un asse portante: l’amore. Il secondo volume CERTEZZE DELL’ULTIMO OTTOBRE, più curato metricamente e più perfezionato, sembra che sia il naturale sviluppo del primo, ma non è così: sono due facce della stessa medaglia; nel poeta, infatti, convivono il fanciullo e l’adulto, l’angolo gioioso dell’animo infantile e l’intensità e la forza dell’uomo, che ha incontrato il dolore e l’ha trasfigurato in un canto universale. Nell’ultima raccolta di poesie PRIMA CHE FACCIA NOTTE, il poeta riprende le memorie e i sentimenti evidenziati nella poetica precedente. In tutte le composizioni, evidenziato dal titolo, emerge il grido profetico del poeta rivolto verso l’umanità tesa all’auto distruzione e all’estinzione del mondo animale, violato e umiliato dall’arroganza dell’uomo.
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Oh sì! un poeta, per quanto socialista,
non vive senza rondini:
versa purissime lacrime
anche per l’assassinio delle lucciole!
(da “Congedo” dalla raccolta PRIMA CHE FACCIA NOTTE di Alessandro Bernunzo Privitelli)
Nel suo intervento Carmelo Orofino ha parlato di com’è nata l’idea della composizione della Vasacra e com’è avvenuta la collaborazione poetica con don Sandro. “l’intento era quello- spiega Orofino- di far rivivere alla comunità locale una Passio Christi, secondo le modalità della cultura e della letteratura popolare. Il Cristo dei vangeli sinottici ed apocrifi diventava, dunque, il Cristo della tradizione, compianto ed invocato nelle “lamentanze”…La struttura del testo è costituita da distici in endecasillabi in assonanza o a rima baciata e da cori di quartine di ottonari. La lingua utilizzata è il siciliano letterario della poesia popolare… Da un punto di vista stilistico è da segnalare l’uso della voce fuori campo quale coscienza critica, sia del narratore sia dello spettatore, e l’uso del coro che, come nelle tragedie greche, amplifica e commenta l’azione scenica e gli stati d’animo dei protagonisti”. Nonostante il testo originario sia stato arbitrariamente manipolato e ampliato dagli interventi dei registi nel corso delle varie edizioni, la sua omogeneità è stata garantita dall’ulteriore intervento dei due autori, nel 2007, pochi mesi prima della scomparsa di don Sandro e nel 2012 da Carmelo Orofino.
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U duluri iè nu crividdu
chi ti trasi nni la testa
è nu vintu di timpesta
chi ti renni schiavu sò
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U duluri ie na muntagna
chi ti cadi ‘incapu i rini
chi ti ‘ntossica li vini
chi ti stocca comu vò.
…. (da CORO “Innu o duluri”- dalla VASACRA di Alessandro Bernunzo e Carmelo Orofino). Fonte e foto Gaetano Vicari
Rita Bevilacqua