Gela si mobilita e oggi scende in piazza per lo sciopero generale proclamato dal Consiglio comunale in difesa della sua unica, consistente realtà produttiva, la raffineria dell’Eni. Cinquant’anni di industria, anche se ridimensionati dalla crisi, vengono messi in discussione dai ritardi della politica e dal mancato rilascio delle autorizzazioni ministeriali per la riconversione degli impianti che, abbandonato il petrolio per scelta strategica, dovrebbe portare alla produzione di bio-carburanti, grazie a un protocollo che prevede investimenti Eni in Sicilia, confermati ieri sera dall’azienda, per 2,2 miliardi di euro. Assieme ai lavoratori dell’indotto e del diretto, che da otto giorni con le bandiere di Cgil, Cisl e Uil presidiano le vie di accesso alla città, sfileranno fra poco in corteo tutte le categorie produttive, gli studenti, i professionisti, i pensionati, i sindaci dei comuni del comprensorio e il clero gelese. Chiuse le attività commerciali e artigiane