Proprio così, chi è stATO. A svelarcelo è un articolo comparso ieri sul quotidiano “LA SICILIA” dal titolo “rifiuti, ecco perché il buco si allarga”.
Leggendo l’articolo comprendiamo che quella che doveva essere una opportunità, perché doveva ottimizzare i servizi, razionalizzare la spesa: questo doveva essere l’ATO, in realtà si è trasformato in un corpo intermedio bulimico e vorace, un mosto fuori controllo.
L’ambito territoriale ottimale per il servizio di gestione dei rifiuti viene introdotto con l’articolo 23 del D.Lgs 22/97, il cosiddetto decreto Ronchi. Il cui principale obiettivo è quello di “realizzare un sistema integrato ed unitario di gestione del servizio d’igiene urbana, secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità, superando la logica dell’emergenza e della frammentazione gestionale per ambiti comunali”.
Il D.Lgs 152/2006 introduce le Autorità d’ambito, che agiscono sugli ATO e sono destinatari di alcune prerogative precedentemente affidate alle regioni e alle province in merito di gestione dei rifiuti. Agli ATO si applicano i principi di autosufficienza dello smaltimento e di prossimità dello smaltimento, ovvero la riduzione della movimentazione di rifiuti.
Ad oggi, Cosa si è realizzato di tutto ciò?
Vediamo alcuni numeri comparsi sul l’articolo: il costo complessivo per la raccolta dei rifiuti in provincia o meglio nei comuni afferenti all’ATO Enna nel 2014 è di 26 milioni di euro circa; gli stessi comuni destinano per tale servizio circa 17 milioni di euro cioè circa 9 milioni meno.
“Ecco perché il buco si allarga”
Vediamo altri dati prelevati sempre dallo stesso articolo. Nel 2009 sono stati spesi: 1 milione di euro circa per spese di carburante e lubrificanti; più di 5 milioni per discariche; mezzo milione di euro per affitti e manutenzioni; 600 mila euro per noleggi; ecc.
Ma, al di là dei numeri, viene da chiedersi: si è realmente operato secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità? La pianta organica è rispondente alle reali esigenze del servizio da erogare? Le risorse umane e strutturali sono realmente ottimizzate?
A queste domande il lettore provi a darsi le risposte che meglio crede.
Di certo c’è che giorno uno marzo i sindaci dei comuni della provincia dovranno riunirsi per trovare soluzioni. Vorrei consigliare di rispedire al mittente la ricerca delle soluzioni e che sia il governo regionale a trovare le soluzioni per liquidare definitivamente l’esperienza fallimentare delle ATO e chiedere l’intervento straordinario dell’esercito fin quando ogni comune, serenamente, deciderà come meglio organizzare il proprio ciclo dei rifiuti, prima che l’emergenza rifiuti si trasformi in emergenza sanitaria e generi problemi di pubblica sicurezza.
Nel frattempo a Noi cittadini non resta che chiederCi: – chi è stATO?
Fabio Accardi