Barrafranca (EN). La Biblioteca Comunale di Barrafranca, con la collaborazione del Comune di Barrafranca, della Provincia di Enna, della Pro Loco Barrafranca, del Gruppo Spettacolo Arcobaleno e del Salotto Artistico-Letterario “Civico 49” Barrafranca, organizza la Mostra “I costumi della Vasacra”. La mostra si terra dal 29 febbraio al 05 marzo 2016 presso la sede della Biblioteca Comunale di Barrafranca, sita in Piazza Fratelli Messina e si potrà visitare dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.00.
Si tratta di una rassegna dei costumi più belli e significativi che, in questi anni, sono stati realizzati e che vengono utilizzati durante la manifestazione “Vasacra”, che si rappresenta a Barrafranca ogni anno il Mercoledì Santo. Alla mostra sono stati invitati anche le scuole.
Iniziata nel 1983 per opera del “Gruppo Spettacolo Arcobaleno”, la rappresentazione si svolge il pomeriggio del Mercoledì Santo e si snoda attraverso alcune piazze e vie cittadine, in genere del centro storico, diverse di anno in anno, su scenari che rappresentano quattro momenti fondamentali della passione: Getsemani, Caifa e i Sommi Sacerdoti, Gesù davanti a Pilato e la Crocifissione; solo di recente è stata aggiunta la scena della Resurrezione. Ogni stazione è particolarmente curata nella scenografia, nelle musiche e nei testi, composti in “VERNACOLO”(dal latino vernaculus ossia “familiare”, parlata caratteristica di una zona) barrese dal prof. Carmelo Orofino e dal compianto don Sandro Bernunzo, voce narrante dell’intera rappresentazione. I testi sono, nella maggior parte, in endecasillabi e ottonari, in rima baciata. Nel corso degli anni e delle varie edizioni, il testo è stato rivisto e ampliato, sempre dagli stessi autori. Infatti, nel testo originario mancavano la scena dell’Ultima cena e quella della Resurrezione, inseriti nei primi anni ’90. L’ultima stesura del testo risale al 2007, pochi mesi prima della scomparsa di Don Sandro Bernunzo. A quest’ultima stesura, nel 2012, a cura del prof. Carmelo Orofino, sono stati integrati altri personaggi del racconto evangelico. Le prime scene sono state ideate e realizzate dall’ins. Gaetano Orofino e dal prof. Gino Faraci, con il supporto di tanti giovani dell’associazione. Esse erano realizzate con pannelli di tela dipinta, montate su strutture di legno o di cartapesta. Nel corso degli anni sono state rinnovate e, agli inizi dell’anni ’90, si cominciarono a realizzare scenografie utilizzando polistirolo e poliestere espanso, abilmente scolpito dai tanti artisti presenti nell’associazione. Negli anni le scene sono diventate sempre più realistiche e maestose, ma più complesse sia nella realizzazione sia nel montaggio richiedendo, in alcuni casi, il supporto di speciali carrelli elevatori, resi disponibili grazie ad alcune imprese locali. I primi costumi furono ideati e realizzati dall’atelier Costa, noto per le sue creazioni da sposa. Negli anni successisi, grazie all’ausilio di artigiani del settore, i costumi sono stati rinnovati e arricchiti con accessori tipici dell’epoca. Di notevole fattura sono le corazze dei soldati romani, realizzate in cuoio mediante calchi di gesso. Le prime musiche furono composte ed eseguite da Sandro Gulino e Angelino Paternò. Negli anni si è passati all’utilizzo di brani e melodie tratte da film in parte conosciuti, frutto della paziente ricerca degli autori della manifestazione. L’elemento sonoro della rappresentazione comprende sia i brani musicali che diversi effetti sonori. Per quanto riguarda la parte puramente teatrale della manifestazione, si è passati da una recitazione in playback a una recitazione dal vivo, che vede l’impegno di persone barresi i quali, cimentatosi nell’arte recitativa, si trasformano in attori, facendo rivivere il tradizionale dialetto barrese. L’interpretazione dal vivo è possibile grazie a tecnologie elettroniche sofisticate e di ultima generazione, acquistate, nel corso degli anni, dall’associazione. Inoltre la manifestazione si rende possibile grazie all’impegno di circa centocinquanta comparse di tutte le età ed estrazione sociale.
Rita Bevilacqua