Il personale e i dipendenti del consorzio di Bonifica di Enna protestano da martedì per il mancato pagamento di cinque mensilità. Il presidio di ieri (continua da martedì) è formato da più di una cinquantina di operai in contrada Torre, un cantiere dismesso, per problemi finanziari che ha il consorzio. Il blocco delle attività nei vari distretti irrigui sta determinando lo stop della distribuzione di acqua anche alle aziende agricole e zootecniche (un numero pari a 2mila unità in tutta la provincia). Nel territorio dell’ennese sono presenti circa 20 acquedotti rurali e l’estensione della rete idrica è di circa 500 chilometri. Abbiamo contattato telefonicamente il direttore del consorzio, Gaetano Punzi, impossibilitato ad essere presente ieri durante il presidio: “ La situazione è allo sfacelo e quindi è a rischio la distribuzione dell’acqua”. Previsione riferita in tempi non sospetti ma che adesso suonano come un duro colpo per gli agricoltori anche della zona diga Olivo (sono la maggior parte barresi) che, nonostante abbiano impegnato varie somme per comprare le colture si vedono privati dell’acqua. “ Noi chiediamo – afferma il capo settore del consorzio di bonifica di Enna, ing. Alessandro Scelfo – tre cose: stipendi, soldi per la manutenzione ed una riforma che deve essere attuata. Se il finanziamento diminuisce non possiamo caricare le somme rimanenti agli agricoltori i quali già fanno molto per promuovere il territorio anche in termini di economia”. La Regione siciliana ha destinato circa 38 milioni per i vari consorzi di bonifica dell’isola ma risulterebbero pochi a fronte di 75milioni di euro. A conti fatti per i vari consorzi servirebbe molto di più (80 milioni di euro circa, di cui 55 per il costo fisso del personale e 25 per il costo ordinario per la manutenzione tra cui carburante tubi). Il consorzio di Enna, sarebbe quello che ha più problemi di tutti anche perché oltre alla presenza di una condotta colabrodo (di proprietà della Regione Siciliana) non vi è la possibilità di svolgere neanche la manutenzione agli impianti consortili. “ E’ una situazione insostenibile. I fornitori prima vogliono avere le somme in pregresso – conclude Scelfo – e poi potranno fornirci il materiale per affrontare la stagione irrigua”. Gli stipendi non corrisposti ai lavoratori del consorzio (148 tra operai e amministrativi) sono i mesi di dicembre 2015 e tredicesima, poi gennaio, febbraio e marzo 2016. Addirittura nell’ex cantiere della diga Olivo di contrada Torre sono stati investiti recentemente 800 mila euro ( con i fondi Psr) e questo rischia (è un paradosso) di passare nel dimenticatoio se non si registrano i lavori ordinari dell’impianto. Forse è il caso di dirlo: è anche il frutto di una cattiva gestione dei consorzi. Sul posto anche diversi agricoltori barresi che protestano contro la Regione a cui chiedono l’attenzione adeguata.