Tra i tanti prodotti che la terra di Sicilia produce, oggi parleremo di un prodotto particolare, dolciario, vanto della nostra isola: stiamo parlando della MANNA di Sicilia, frutto unico e pieno di virtù.
La MANNA è la linfa solidificata del frassino, ricca di zuccheri particolari, che, insieme con altri elementi, la rendono unica. Il nome di manna è riservato al prodotto derivante da incisione della corteccia dell’Ornello (Fraxinus ornus) e del Frassino maggiore (Fraxinus excelsior). È stata utilizzata fin dall’antichità dai grandi terapeuti greci e romani che la chiamavano: «secrezione delle stelle», «miele di rugiada». Furono probabilmente i medici arabi a chiamarla manna, considerate le sue virtù curative, «miracolose», e soprattutto, per alcune somiglianze con la descrizione dell’episodio biblico. Si pensa che la coltivazione del frassino nell’Isola risalga al periodo fra il IX-XI secolo d.C. A questo periodo, 1080, del resto risale il documento più antico, un diploma a firma del Vescovo di Messina, che fa riferimento alla manna. Ma nel tempo, in particolare nella seconda metà dell’800, la Sicilia divenne la massima produttrice di manna. In tempi di “fame” e di guerra la manna ha permesso a famiglie intere di sopravvivere.
La manna esce mediante un’incisione del tronco con un mannaruolo (una sorta di piccola falce ricurva) e si lascia colare all’esterno la linfa guidandone la fuoriuscita con un filo di nylon ancorato al foro. La linfa fuoriesce lentamente e, solidificandosi lungo il filo di nylon, crea ai cosiddetti cannoli di manna. Le incisioni sono effettuate da sapienti contadini nei mesi di luglio, agosto e settembre. Oggi Custodi di tale conoscenza siamo rimasti meno di cento produttori, la maggior parte ultra settantenni, tutti operanti esclusivamente nelle campagne di Pollina e Castelbuono, comuni del Parco delle Madonie, a pochi chilometri da Cefalù in provincia di Palermo.
Oltre che in Sicilia, la manna era estratta in Toscana, Lazio, Campania, Gargano (Puglia) e dal 1500, per distinguerla da altri tipi di manna, era commercializzata col nome di Manna di Calabria, che all’epoca era il luogo di maggiore produzione.
La manna costituisce una sostanza farmacologicamente importante. Principalmente è usata per combattere i problemi di stitichezza e come purgante privo di azioni secondarie, sia in età infantile che adulta. Nei casi di avvelenamento, la mannite (zucchero a basso contenuto di glucosio e fruttosio, contenuto nella manna), produce un aumento della diuresi e favorisce così l’allontanamento delle sostanze tossiche dell’organismo attraverso i reni. In soluzioni ipertoniche viene utilizzata per rimuovere edemi polmonari e cerebrali. La manna è consigliata anche per l’allontanamento dei parassiti intestinali. In dosi moderate stimola la secrezione delle vie biliari. Inoltre, essendo ben tollerata dai diabetici, può essere utilizzata anche come dolcificante alimentare.
Rita Bevilacqua