Manifestazione regionale promossa da AnciSicilia fissata per domani, giovedì 30 giugno a Palermo, alla quale hanno aderito anche le organizzazioni sindacali, a sostegno dei lavoratori precari degli enti locali (i Comuni aspettano ancora il saldo 2015 degli stipendi di questi lavoratori) e del personale delle ex Province, a tutt’oggi nell’incertezza del loro futuro, dopo il fallimento delle leggi varate da governo e Ars in questi due anni sull’abolizione delle Province.
L’appuntamento è fissato per le 9,30 in Piazza Marina dove muoverà il corteo che vedrà in testa i gonfaloni dei Comuni e i sindaci con le fasce tricolore, che arriverà in Piazza Indipendenza. Ad aderire anche il sindaco di Barrafranca, Fabio Accardi.
Alla manifestazione per garantire il futuro della governance dei territori, come sottolineato dall’ufficio di presidenza dell’Anci parteciperanno i precari dei Comuni e il personale a tempo indeterminato e determinato delle ex Province. Tutti insieme per evitare che nei prossimi mesi si possa dare vita ad una guerra tra poveri. Ecco una lunga nota del documento di AnciSicilia.
“In molti, a livello regionale e nazionale – rimarca il documento di AnciSicilia – hanno fatto finta e, nella migliore delle ipotesi, continuano a far finta, di non sapere che il fenomeno del precariato ha origini molto lontane nel tempo. Nasce, infatti, molto prima della legislazione nazionale che negli ultimi anni ha imposto limiti sempre più stringenti alla spesa per il personale.
Nasce da leggi regionali che hanno previsto contributi finanziari per i comuni e che hanno consentito che i contratti di lavoro venissero rinnovati di anno in anno. Ma è bene ricordare che tale meccanismo si è consolidato anche grazie a leggi nazionali che, anno dopo anno, hanno confermato le peculiarità del precariato siciliano legittimandone la sua stessa esistenza. I lavoratori a tempo determinato dei Comuni siciliani sono figli, quindi, di precise scelte regionali e nazionali, e non si può oggi, dopo decenni in cui si è rafforzata un’aspettativa in questi lavoratori e su di essi si è al contempo strutturata l’organizzazione della macchina comunale e l’erogazione dei servizi ai cittadini, pensare che possano esistere soluzioni diverse da quell’unica soluzione che consenta un complessivo percorso di stabilizzazione o in alternativa, in relazione agli anni di servizio, un percorso di accompagnamento alla pensione. Quello che è mancato negli ultimi anni è una interlocuzione credibile con il governo nazionale, quello che è mancato ancora di più nell’ultimo periodo, al netto di slogan e di proposte i cui contorni non sono stati mai definiti, è la capacità di conciliare col processo di stabilizzazione, l’esigenza di efficienza degli enti locali. Necessità ed esigenze che AnciSicilia, in accordo con tutte le rappresentanze dei lavoratori, ha definito sin dal 16 luglio 2015 attraverso l’unico documento unitario che contempla anche una disponibilità dei lavoratori a forme di mobilità sul territorio provinciale e all’assegnazione, anche attraverso percorsi formativi, di mansioni differenti da quelle in atto svolte in funzione delle effettive esigenze organizzative”.
” Il 30 giugno 2016 – evidenzia una nota dell’AnciSicilia – a distanza di quasi un anno da quella proposta unitaria, scenderanno in piazza gli amministratori a fianco dei precari dei Comuni e del personale delle ex Province con la prima manifestazione unitaria che ha come obiettivo quello di chiudere la lunghissima fase caratterizzata dal “tirare a campare” ed aprire una nuova stagione che consenta, attraverso una strategia complessiva per il sistema delle autonomie locali siciliane, di coniugare funzioni esercitate e risorse finanziarie con la gestione del personale.
Per queste ragioni, oltre a chiedere nell’immediato la modifica dell’art. 27 della Legge di Stabilità Regionale 2016 e del termine del 30 giugno per l’approvazione del Piano triennale delle assunzioni, chiediamo l’avvio di un percorso che, garantendo gli attuali livelli occupazionali degli Enti Locali, possa dare garanzie a tutela dell’organizzazione dei Comuni e dell’erogazione dei servizi ai cittadini.
Vogliamo che gli enti locali non siano più ingolfati da inutili adempimenti ripetuti più volte in un anno e finalizzati a stabilizzare solamente poche unità lavorative.Chiediamo, invece, che gli amministratori locali siano messi nelle condizioni di prevedere un percorso che dia certezze a tutti i lavoratori attraverso: la storicizzazione della spesa regionale e le necessarie modifiche alla normativa nazionale in materia di spesa del personale. È necessario che il governo regionale partecipi ai tavoli con Anci e sindacati presentando proposte concrete in tempi strettissimi che siano in grado di salvaguardare anche i lavoratori degli enti in dissesto e in pre-dissesto. Non possiamo non nascondere la nostra delusione e la nostra forte preoccupazione per ciò che sta accadendo non solo in Sicilia, ma anche a livello nazionale. Il risultato di questa situazione, che si trascina da decenni, è che, come al solito, ci sentiamo abbandonati al nostro destino, senza indicazioni chiare e precise che invece dovrebbero arrivare sia dal governo regionale che da quello nazionale”.
“La manifestazione del 30 giugno – conclude il documento dell’Associazione dei Comuni siciliani – rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso, un punto di non ritorno che ci troviamo costretti ad affrontare in virtù del fatto che, in tanti anni, non siamo mai riusciti a trovare soluzioni condivise con lo Stato e la Regione. Il confronto è sempre mancato e se continuerà a mancare ci vedremo costretti a organizzare ulteriori azioni di protesta che non si limiteranno al nostro territorio ma che ci vedranno protagonisti anche in ambito nazionale“.