Halloween (All Hallows Eve) è una festività celtica che si svolgeva tra la notte del 31 ottobre e il 1 novembre. Questa notte era chiamata, nella cultura celtica, Nos Galan-Gaeaf, cioè notte delle calende d’inverno, ed era il momento di maggior contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno era celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In questa occasione i celti erano soliti indossare delle maschere per non essere catturati dagli spiriti; per avere luce durante il cammino usavano mettere le braci del loro fuoco sacro all’interno di cipolle intagliate, come se fosse una lanterna.
In seguito fu chiamata Halloween, il cui termine rappresenta una variante scozzese del nome completo All Hallows’ Eve, cioè la vigilia di Ognissanti. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento del Samhain al culto dei morti. L’antropologo James Frazer nella sua opera “Il ramo d’oro” mostra come la chiesa abbia scelto questa data per sostituire la festa celtica denominata “Samhain”, ossia festa del nuovo anno (per i celti con l’estate finiva l’anno e il 1 novembre iniziava un anno nuovo), festeggiata appunto il 1 novembre. “Così a Ognissanti uomini mascherati andavano in giro cantando, nella lingua locale, una canzone detta Hogmanay che cominciava: Stanotte è il primo dell’anno. Hogunnaa! Nell’antica Irlanda si accendeva ogni anno un fuoco nuovo alla vigilia di Ognissanti o di “Samhain”. Tale uso è il forte indizio che “Samhain” o Ognissanti fosse il loro Capodanno. ” La festa cristiana di “Ogni Santi” fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Poi, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da qualche tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti fu ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. Per togliere ogni residuo di paganesimo, l’idea originale fu quella di abolire la festa pagana, decisione però che avrebbe scatenato le ire del popolo ancora molto ancorato alle antiche tradizioni. Si optò quindi per la compensazione e il giorno di festa religioso fu chiamato Tutti i Santi, giorno in cui poter onorare i santi. Dopo che il protestantesimo (XI secolo) ebbe interrotto la tradizione di Ognissanti, in ambito anglosassone si continuò a celebrare Halloween come festa laica. Negli USA, dalla metà dell’Ottocento, la festa si diffuse (specialmente a causa dell’immigrazione irlandese) fino a diventare, nel secolo XX, una delle principali festività statunitensi. Questa ha assunto carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari. Festeggiamenti che durano interi weekend sono ormai tipici in tutti gli Stati d’influenza anglofona. Così in USA, Irlanda, Australia e Regno Unito, Halloween è festeggiato come una “festa del costume”, dove party in maschera e festeggiamenti tematici superano il tipico valore tradizionale del “dolcetto o scherzetto”, per dar vita a una nuova tradizione di divertimento.
Cerchiamo di capire da cosa derivino gli elementi che attualmente caratterizzano la festa di Halloween. Iniziamo dal classico “dolcetto o scherzetto”. In Irlanda la notte di Halloween era diffusa la tradizione di lasciare qualcosa da mangiare e del latte da bere fuori dalla porta, in modo che gli spiriti passando potessero rifocillarsi e decidessero di non fare degli scherzi agli abitanti della casa. Da qui la tradizionale frase dei bambini che girano per le vie delle città chiedendo “dolcetto o scherzetto” a chi apre loro la porta. Altra tradizione è quella di utilizzare zucche vuote come lanterne. Questa deriva dalla consuetudine dei celti di mettere le braci del loro fuoco sacro all’interno di cipolle intagliate, come se fossero lanterne, in modo da rischiarare il loro cammino. Infine l’uso di mascherarsi deriva dall’usanza che i celti avevano di indossare delle maschere per non essere catturati dagli spiriti.
Rita Bevilacqua