PIETRAPERZIA. Situazione tragica per i 29 dipendenti della cooperativa che svolgono il servizio alla RSA (Residenza sanitario Assistita). A quindici anni dell’apertura della struttura ancora esiste lo stato di precarietà: la lotta è per la garanzia del posto di lavoro, per essere garanti nel numero delle ore lavorative e per la puntualità del pagamento delle mensilità.
Il servizio complementare alla RSA da tre mese è stato affidato con regolare gara d’appalto ad una cooperativa dell’agrigentino e vi lavorano 29 dipendenti. Nel prosieguo di tempo i dipendenti sono stati assorbite sempre dalla nuova cooperative aggiudicatarie.
La situazione è precipitata da quando la nuova gestione ha cambiato il contratto che lo ha portato a tempo determinato, e non rispetta il numero delle ore spettante ad ogni dipendente. Queste venivano calcolate in rapporto agli ospiti che in atto sono 36, mentre l’organico della struttura è per quaranta ospiti; quindi gli operai dovrebbero prendere 36/ quarantesimi; per questo punto la cooperativa si è riservata la discrezionalità.
Ieri mattina la lotta si è fatta stridente infatti sono scesi in campo l’ispettorato del lavoro, la rappresentanza sindacale ed il dirigente sanitario di distretto dottor Piero Nocilla. Questa mattina a Piazza Armerina è previsto un incontro cognitivo tra il dottor Piero Nocilla, la cooperativa aggiudicataria ed i rappresentanti dei lavoratori. Ieri mattina in concertazione i lavoratori erano rappresentati da Giuseppe La Marca per Sampi Confisal e Giuseppe La Valle per CGIL funzione pubblica. L’ispettrice del lavoro ha sentiti in forma riservata tutti i dipendi in modo molto puntiglioso.
La presenza del responsabile di distretto dottor Piero Nocilla si è allertata per la tutela dei lavoratori e per l’osservanza del contratto tra ASP e cooperativa. Il dottor Nocilla ha detto: “Noi siamo presenti per l’azienda perché venga rispettato il contratto di aggiudicazione e quindi certamente impedire eventuali soprusi contro i lavoratori che mantengono alta la dignità della struttura che è certamente la numero uno di Sicilia sia per la modernità ma anche per la qualità del servizio.
La struttura è titolata a “Flavia Martinez” una pia donna di casato nobile che lasciò i suoi aver per una struttura filantropico. Nel tempo fu adibita anche ad ospedale, che poi fu chiuso; allora la struttura fu destinata ad RSA ed ormai ha fatto il rodaggio e quindi si è affermata.
Lo spirito della concertazione è arrivato al limite della sopportazione e della legalità perché anche il contratto regionale dell’assessorato alla sanità viene interpretato in modo arbitrario. Non è un’iperbole dire che la situazione è tragica.