GELA – Anche la Sicilia ha la sua “Stonehenge”. Sembrerebbe proprio così da primi studi. Una cosiddetta “Pietra Calendario” infatti è stata scoperta a circa 10 km dalla città, in contrada “Cozzo Olivo” a poca distanza dalle necropoli preistoriche di “Grotticelle”, “Ponte Olivo” e di “Dessueri”. Si tratta di un megalite forato dagli uomini nel periodo preistorico (probabilmente VI-III millennio a.C.), quando esso veniva utilizzato come calendario per misurare le stagioni e i solstizi, avendo come riferimento i movimenti del sistema astrale. Autori dell’eccezionale ritrovamento, verificato durante lo scorso solstizio d’inverno, sono il dott. in archeologia Giuseppe La Spina, con Michele Curto, Mario Bracciaventi e il supporto tecnico di Vincenzo Madonia, amici impegnati nel mondo del volontariato della città di Gela e appassionati di archeologia. La scoperta vera e propria è stata fatta durante il sopralluogo ai “bunker anti-scheggia” (le cosiddette “casematte” del secondo conflitto mondiale) per realizzare dei percorsi di studio da proporre alle scuole del territorio. L’esperimento è stato effettuato con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche, di una videocamera installata su un “drone” . Il successo è totale. Ora non resta che annunciare al mondo la straordinaria scoperta. Per tale ragione si terrà una conferenza stampa il 5 gennaio alle ore 17:00 nella biblioteca del Museo Archeologico di Gela.
Daranno la notizia studiosi e ricercatori, tra cui Andrea Orlando, Astrofisico dell’Università di Catania e Direttore dell’Istituto di Archeo Astronomia di Sicilia, Francesco Polcaro del Cern, Alberto Scuderi, Direttore regionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, Ferdinando Maurici Archeologo, Direttore del Museo di Terrasini ed Ennio Turco, Direttore del Museo di Gela.
Nella foto in basso da sinistra:
Mario Bracciaventi, Michele Curto, Giuseppe La Spina, Vincenzo Madonia.