Il 20 gennaio la Chiesa festeggia san Sebastiano martire (memoria facoltativa). Sarebbe stato un cavaliere che, avvalendosi dell’amicizia con l’imperatore, avrebbe portato soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio. Lo stesso governatore di Roma, Cromazio, e suo figlio Tiburzio, sarebbero stati convertiti da Sebastiano. Tutto ciò non poteva passare inosservato a corte, tanto che lo stesso Diocleziano lo convocò. Inizialmente si appellò alla vecchia familiarità. Ma niente. Sebastiano continuò nella sua fede. Diocleziano allora passò alle minacce e infine alla condanna. Venne legato al tronco di un albero, in aperta campagna, e saettato da alcuni commilitoni.
Oggi ne parliamo in un contesto di storia di Barrafranca (EN), perché molti indizi ci fanno supporre che in un passato non molto lontano, anche la nostra cittadina era legata al culto di san Sebastiano.
Dal “Dizionario illustrato dei comuni siciliani” di Francesco Nicotra (1907) e dall’opera “Brevi cenni storici su Barrafranca” del parroco don Luigi Giunta (1928), apprendiamo che la Chiesa Maria SS. della Purificazione, chiesa Madre, fu costruita nell’area della preesistente chiesa di San Sebastiano, già esistente prima del 1622. Inoltre lo storico Giunta aggiunge che, per l’occasione, la chiesa fu demolita. Non della stessa opinione sono il dott. Angelo Ligotti, studioso di storia barrese e il prof. Gaetano Vicari, autore di una guida alle principali chiese barresi. Entrambi sono convinti che la vecchia chiesa di san Sebastiano il Nuovo non fu demolita, ma incorporata nella nuova chiesa, ampliandone la struttura. Difatti fino ad una cinquantina di anni fa sulla parte bassa del campanile, nel lato che guarda a mezzogiorno, si potevano notare dei mattoni smaltati raffiguranti il martirio di san Sebastiano. Il Ligotti sostiene che quella fosse la chiesa di san Sebastiano, detta il Nuovo, perché fuori la cittadina, in località Sottoserra, sorgeva una chiesa dedicata a san Sebastiano, nominata il Vecchio, antecedente a quella costruita nel centro abitato. E’ citata in un atto notarile del 1644.
In un inventario della chiesa Madre del 1910, lo storico Giunta cita una statua di san Sebastiano. Nell’attuale cappella del Sacro Cuore, posta nella parte destra del transetto, si può notare nella parte alta un arco con due frecce, poste dentro a un cartiglio, simboli del martirio di san Sebastiano. Indice questo che doveva essere l’altare di san Sebastiano, trasformato successivamente nell’attuale altere del sacro Cuore.
Negli anni ’70 accanto alla cappella del SS. Crocifisso, dove attualmente trova posto una statua in cartapesta dell’Addolorata, vi era posta una statua di san Sebastiano. La ricorda ancora il signor Salvatore Corso, vigile urbano in pensione. Ci racconta che, essendo il Santo protettore dei Vigili Urbani, ogni anno in occasione della festa la stazione locale dei Vigili Urbani organizzava una messa in ricordo del Santo patrono, proprio in chiesa Madre.
Il frontone della chiesa Madre della Divina Grazia, sotto una nicchia vuota, reca il seguente distico:
VII NERA CAELESTIS
VITAM CV SANGUINERV
DI NUC MEA VEXILLU
DIRA CORONA TENET
ANO DNI III IND. IBBS
Interpretato dal parroco Giunta in:
Vulnera Coelestis vitam cum sanguine fudi
Nunc mea vexillum dira corona tenet
Anno D.ni III Ind. – IBBS (1670)
e tradotto liberamente dal prof. Diego Aleo
“Trafitto da frecce versai il mio sangue per Dio
Ora sulla mia terribile corona sventola il vessillo”.
Il distico parla del martirio di san Sebastiano, ed è probabile che il portale del 1670 sia stato trasportato nella chiesa Grazia da quella dedicata al Santo, prima della costruzione della nuova chiesa Madre.
Per ricordare questo portale, nel novembre 2011, il pittore Gaetano Vicari dipinse, olio su tela cm 86×179, la figura di san Sebastiano; tela che si trova attualmente nell’abside della chiesa Grazia di Barrafranca.
Tutte queste notizie ci portano ad un’unica conclusione: che anche Barrafranca esisteva il culto di san Sebastiano e come tante vicende storiche passate, è andato nel dimenticatoio!
Rita Bevilacqua