Il brigante Giuseppe Salamone, condannato a 10 anni e 5 mesi di reclusione per una rapina avvenuta il 3 ottobre 1894 ai danni di due pescivendoli di Licata, inoltra domanda di grazia al Procuratore Generale presso la Real Procura (Sezione d’accusa) di Palermo. Secondo lui, tale condanna gli è stata inflitta mediante un errore giudiziario, essendo la sua innocenza nota all’intero paese. La domanda è firmata da 247 cittadini di Barrafranca, tra cui alcune personalità del tempo, quali il professor Antonino Zangara, il sacerdote Benedetto Vasapolli, il sacerdote Raffaele Vasapolli presidente della Congregazione di Carità, Cesare Ippolito Giordano e l’avvocato Luigi Bonfirraro.
Salvatore Licata