Nelle prime ore di mercoledì 22.02.2017, a Villarosa (EN), a conclusione di articolate attività investigative coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – svolte congiuntamente dalla Polizia di Stato della Questura di Enna (Squadra Mobile) e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna – nell’ambito dell’operazione denominata “Fratelli di sangue” è stata data esecuzione all’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Caltanissetta, nei confronti di:
1. Nicosia Damiano, nato a Villarosa, il 18.10.1957, ivi residente;
2. Nicosia Amedeo, nato a Villarosa, il 20.08.1966, ivi residente;
3. Nicosia Maurizio Giuseppe, nato ad Enna, il 17.09.1963 e residente a Villarosa;
4. Nicosia Michele, nato a Charleroi (Belgio), il 18.12.1964, residente a Villarosa,
A loro carico sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza per il delitto di associazione di stampo mafioso, con aggravanti specifiche, finalizzata a commettere omicidi, usura, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi, nonché volta ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche; con riguardo a NICOSIA Maurizio Giuseppe e NICOSIA Michele i gravi indizi riguardano, altresì, l’omicidio di BRUNO Giuseppe, proprietario di una rivendita di tabacchi in Villarosa scomparso in data 27.05.2004, nonché la distruzione del suo cadavere, delitti aggravati dalla “modalità mafiosa”ai sensi dell’art 7 del d.l. n.152/91 .
Le indagini, coordinate all’epoca dalla Procura di Enna e svolte al tempo della scomparsa del commerciante,immediatamente denunciata dai suoi familiari dopo che la sua vettura era stata rinvenuta parcheggiata in prossimità dello svincolo Mulinello dell’autostrada A/19 Palermo-Catania, non permisero l’acquisizione di elementi sufficienti per l’esercizio dell’azione penale ed il relativo procedimento venne archiviato.
Le recenti dichiarazioni rese alla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta da un collaboratore di giustizia, diretto testimone della vicenda, ponendosi su un piano di perfetta compatibilità con gli elementi investigativi acquisiti a suo tempo, hanno consentito di ricostruire l’esatta dinamica della vicenda delittuosa in esame, contraddistinta da tratti di inaudita ferocia – il corpo del BRUNO, sezionato con una motosega, sarebbe stato, in parte dato in pasto ai maiali, in parte bruciato all’interno di un fusto metallico – oltre che di accertare il sordido movente, collegato alla violenta reazione dei NICOSIA a fronte dell’intenzione manifestata loro dalla vittima di voler riscuotere un credito vantato nei loro confronti.
Tale evento si inserisce in un contesto in cui i componenti del clan Nicosia, già in passato segnalatisi quali protagonisti di vicende delittuose correlate al traffico degli stupefacenti, oltreché per aver agevolato la latitanza del noto boss gelese Emmanuello Daniele, risultano aver ormai dimostrato la loro statura criminale prevalendo sugli uomini della tradizionale famiglia di cosa nostra ed assicurandosi, con la forza intimidatrice tipica dell’associazione mafiosa,il completo controllo delle attività, lecite ed illecite, sul territorio di Villarosa.