L’accoglienza dei migranti a Barrafranca. Questo potrebbe essere uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale dopo che il presidente del consiglio Giovanni Di Dio ha ricevuto una richiesta da parte dell’assessore Enzo Pace per la convocazione di un apposito consiglio comunale sull’accoglienza migranti. Il sollecito nasce dopo un incontro in prefettura per uniformarsi ad altri comuni dell’ennese in un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo. In una delle recenti conferenze dei capigruppo sul tema accoglienza migranti non è stata presa una decisione univoca dato che molti consiglieri comunali avevano deciso di estendere la problematica all’interno dei loro partiti. Lo scorso 24 gennaio nella sede della prefettura di Enna si era tenuta una riunione dei sindaci con il vice- prefetto vicario dott. Tania Giallongo per discutere del sistema di ripartizione graduale dei richiedenti asilo maggiorenni; una misura più equilibrata e sostenibile tra le diverse realtà locali, su di un numero di presenze rapportato alla popolazione residente con 2,5 migranti ogni 1000 abitanti. Il comune barrese, quindi, potrebbe accogliere dai 25 alle 30 unità. Un incontro svolto dalla prefettura in base all’accordo Ministero dell’Interno – Anci, per cui ogni comune entro un breve termine dovrebbe far pervenire la volontà di aderire allo SPRAR (progetto di accoglienza finalizzata all’inclusione sociale tramite l’erogazione dei servizi) con un ampio coinvolgimento della popolazione anche attraverso consigli comunali. La prefettura di Enna ha interessato anche i sindaci chiamati ad essere protagonisti in ambito della politica nazionale dell’accoglienza dei richiedenti asilo.
Il sistema di prima accoglienza dei CAS (Centri di accoglienza straordinaria) affermatosi in questi ultimi anni in ragione del numero cospicuo di arrivi, prevede un’accoglienza diffusa e “distribuita” sui territori ( cui provvede la Prefettura, quale ufficio territoriale del Governo) e si è di fatto affiancato ad un sistema consolidato di “seconda” accoglienza già in essere, istituito con legge 189/2002 che è lo SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Già alcuni comuni della provincia accolgono e ospitano i richiedenti asilo come Aidone, Villarosa, Piazza Armerina, Enna e Nicosia. Qualche anno fa la comunità barrese si era espressa contraria a questa direttiva: punti di vista differenti in una cittadina in cui già molti problemi potrebbero essere oggetto di tensione sociali tra tutti l’emergenza rifiuti (che mai si è risolta nonostante provvedimenti straordinari). “ I barresi emigrano e noi accogliamo i migranti – afferma uno dei consiglieri comunali, Calogero Zuccalà – il business dei migranti è un affare di milioni di euro l’anno e serve ad arricchire i soliti noti. Sicuramente la scelta sbagliata parte dal governo nazionale, ma non possiamo subirne noi le conseguenze. I soldi spesi per mantenere i migranti in Italia, se spesi nei loro Paesi, garantirebbero sicuramente risultati migliori”. Zuccalà, oltre al fatto che tutte le forze politiche locali chiariscano la loro posizione, ha proposto al sindaco un Referendum Consultivo barrese grazie al quale la comunità potrà esprimere la propria volontà.
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