Tradotto presso le carceri giudiziarie dell’Aquila, Giuseppe Salamone viene interrogato dal presidente della Corte d’Assise Domenico Mastrostefano, in merito all’omicidio di Gioacchino Minnì, avvenuto il 5 aprile 1907. L’imputato, dopo essersi protestato innocente, ritrattando così quanto aveva detto al pretore di Riesi subito dopo l’arresto, nomina suoi difensori gli avvocati Vincenzo Camerini e Umberto Marinangeli.
Salvatore Licata