Muore il poeta Gino Novelli, pseudonimo di Gaetano Ciulla. Democratico per natura e per formazione, Gino Novelli fin da giovane milita nel Partito popolare di don Sturzo. Contrario a qualsiasi forma di notorietà e al contatto diretto con la folla a causa di una iniqua malattia, che lo mina fisicamente e moralmente, contro la quale era costretto a lottare continuamente, ebbe a scrivere una volta: «Vi sono periodi di tempo che io mi allontano dal mondo, perché costretto a vivere, a tu per tu, col dolore e a scandagliare fino alle radici l’essenza del dolore…». Personaggio molto schivo, riservato, apparentemente estraneo alla vita sociale, Gino Novelli ha vissuto intimamente i fermenti culturali del nostro tempo, trasfondendoli sulle pagine delle sue liriche, tanto che ne viene fuori «un mondo fatto di affetti e di sentimenti – scrive Giovanna Finocchiaro Chimirri -, espresso in una forma di poesia genuina che, attingendo alle scaturigini più pure e costanti del sentire umano, si salda a Dio». Caduto nell’ansia e nella prostrazione per l’acuirsi della malattia, smise di scrivere e a chi gli chiedeva il motivo di questa decisione, rispondeva: «Gino Novelli è morto, ora si aspetta la morte di Gaetano Ciulla».
Salvatore Licata