“Per la prima volta nella bolletta dell’acqua non ci sono le partite pregresse”. Esordisce così il sindaco di Pietraperzia Antonio Bevilacqua, rivendicando un risultato secondo qualcuno impossibile. Infatti, dopo anni di discussioni, finalmente qualche mese fa in seno all’assemblea dell’ATI (ambito territoriale idrico) che si è insediata al posto dell’ex. ATO idrico, i sindaci dell’ex provincia di Enna avevano trovato un punto di condivisione fra chi sosteneva che contro le partite pregresse nulla si può fare e chi le riteneva sicuramente illegittime, votando per la loro temporanea sospensione per sei mesi, durante i quali gli stessi sindaci hanno promesso di approfondire la questione della legittimità o meno di questa posta caricata in bolletta ormai da anni. In sintesi, le partite pregresse sono conguagli relativi agli anni dal 2005 al 2010 che il gestore Acquaenna ha computato secondo quanto prevederebbe una delibera dell’Autorità Garante nazionale. Poi queste somme, inizialmente calcolate dallo stesso gestore in oltre 40 milioni di euro, sono state oggetto nel 2009 di accordo bonario fra Acquaenna e l’ex ATO idrico per un totale di 30 milioni. Poi, nel 2012 questa somma è stata calcolata a consuntivo in circa 22 milioni di euro, riconosciuti con delibera dell’ex ATO idrico dai sindaci allora in carica. Quindi, nel 2013, il commissario della ex provincia di Enna, facente funzioni dell’assemblea ATO idrico in liquidazione, ha approvato una determina con cui autorizzava Acquaenna a caricare queste partite pregresse in bolletta. La delibera di sospensione adotta dall’ATI è stata oggetto di impugnazione da parte di Acquaenna e si attende l’esito. “Le bollette che stanno arrivando in questi giorni agli utenti – afferma Bevilacqua – sono la dimostrazione che i sindaci hanno ancora qualche potere e che il gestore deve rispettare quanto deciso dall’Assemblea, a differenza di quanto sostenuto da qualche esponente politico secondo cui la sospensione deliberata non valeva nulla. Ora è il momento di definire, una volta per tutte, la questione della validità o meno di queste ormai famose partite
pregresse”. Ed infatti, a fronte delle citate delibere con cui in passato i sindaci allora in carica avevano sostanzialmente approvato tali somme, i sostenitori della lori illegittimità sottolineano che in quelle sedi i sindaci avevano messo a verbale in termini chiari che le somme milionarie erano approvate solo a condizione di accedere a finanziamenti regionali che le avrebbero coperte, vietando che potessero essere caricate in bolletta. In tutto ciò l’unica certezza è che i giudici di Enna e dei comuni limitrofi continuano ad annullare le partite pregresse ai cittadini che le impugnano, ma così sarebbe necessario fare una causa per ogni singola bolletta. GAETANO MILINO