Grande personaggio della storia di Barrafranca, che sacrificò la propria vita per il movimento contadino barrese, fu Alfonso Canzio.
Alfonso Canzio nacque a Barrafranca il 30 luglio 1872 da Alfonso (classe 1836) e da Concetta Marchì (classe 1842). Secondo di sei figli. Di professione contadino. Già giovinetto s’interessò ai problemi della classe contadina, impegnandosi in prima persona nelle lotte politiche e sociali. Il 25 ottobre 1900 sposò Giustizia Alfonsa Bonasia (abitante al quartiere Costa), di anni 19. Dall’ufficio anagrafe di Barrafranca non risulta che avessero avuto figli.
Fu uno dei fondatori della locale “Lega di Miglioramento dei Contadini”, sita in via Convento, l’attuale Via Umberto, nata a Barrafranca agli inizi del 900, nella quale i soci, con l’aiuto del Monte Frumentario cui ogni socio contribuiva e da cui potevano attingere per avere in anticipo grano da utilizzare sia per semenza sia per uso familiare, trovavano una risposta anche parziale ai loro bisogni. Alfonso fu l’anima del movimento socialista barrese e una delle guide più autorevole del movimento contadino barrese nel primo decennio del 1900.
Nel marzo 1912 lo troviamo alla guida della lotta contro l’Amministrazione comunale guidata da Luigi Bonfirraro che aveva imposto, tra l’altro, l’obbligo di servirsi delle carrozze comunali per il trasporto dei defunti e ne aveva aumentato i costi di servizio. Nel luglio del 1914 il Canzio fu eletto come consigliere comunale (nel frattempo era diventato vice presidente della Lega di miglioramento), assieme al presidente della Lega Salvatore Gagliano. Il 26 Luglio il Consiglio comunale di Barrafranca elegge sindaco il Cav Onofrio Virone che guiderà una Giunta in cui Canzio venne scelto come assessore supplente. Nel primo dopoguerra guidò le lotte contadine riuscendo a imporre contratti favorevoli ai lavoratori della terra. Nel maggio 1918 in Sicilia si costituì la “Federazione delle Cooperatrice Agricole Siciliane”, cui aderì anche la Lega di Barrafranca. Lo scopo della Federazione era di risolvere il problema del latifondo siciliano attraverso la divisione delle terre ai contadini, mediante le loro cooperative. Il 1918 fu caratterizzato da aspre lotte contadine. La reazione dei latifondisti, sia a Barrafranca come in tutta la Sicilia, non si fece attendere. A Barrafranca i latifondisti individuarono in Alfonso Canzio il maggiore nemico, il difensore dei contadini. Così ne decisero l’eliminazione. I primi di dicembre del 1919 un certo Luigi Paternò, detto “U Surdu” amico del Canzio gli tese, ferendolo gravemente a un braccio con pallettoni unti d’aglio, un agguato davanti alla sua abitazione. Morirà per sopraggiunta cancrena il 13 dicembre 1919. Allora si pensò che il mandante dell’omicidio fosse stato il Cav. Giuseppe Bartoli, proprietario terriero di Mazzarino. Successivamente l’omicida Luigi Paternò fu trovato morto a Barrafranca in via Carcerati. Anche il cav. Bartoli in seguito morì avvelenato.
Esecutrice di questi efferati delitti fu la mafia agraria che si vedeva gravemente minacciata dall’impegno radicale di questi dirigenti del movimento contadino. Gli agrari e la mafia locale non avevano perdonato al Canzio il suo coraggioso ruolo dirigente svolto nel movimento.
Di lui ci rimane il ricordo delle sue gesta e un firma autografa rilevata da un documento dell’Archivio di Stato di Caltanissetta e riportata dal prof. Salvatore Vaiana nel suo volume: Una storia siciliana tra Ottocento e Novecento, edito nel 2000 da Bonfirraro Editore.
Fonti: Salvatore Vaiana;Una storia siciliana tra Ottocento e Novecento, edito nel 2000 da Bonfirraro Editore; Ufficio Anagrafe di Barrafranca: Stato di Famiglia originario dei Canzio e Certificato di matrimonio di Alfonso Canzio.
Rita Bevilacqua