Equilibri spezzati anche ad intere famiglie se a partire è una precaria a tempo indeterminato trasferita a Biella e che a malincuore deve lasciare in Sicilia il fratello, persona diversamente abile che si trova in una cooperativa sociale armerina. G.P., 52 anni, si trova in un gruppo appartamento ma la cooperativa potrebbe sospendere il servizio per mancanza di fondi non erogati da anni da parte di enti pubblici e quindi per l’insegnante barrese si aggiungono altri problemi. Una storia di un disagio che diventa “sociale” e che va raccontata dove la barrese Giusy Paternò, 46 anni, sposata con due figli, è stata assunta da anni con il ruolo a tempo indeterminato che, però con il significato comune “indeterminato” non ha niente a che fare. Giusy Paternò che lavora tra la Lombardia e Piemonte ed ha anche fatto domanda di trasferimento per ricongiungersi con il fratello in Sicilia ma le graduatorie sono esaurite, e come si sa, la domanda è superiore all’offerta. Dopo la morte della madre nel 2016 colei che si dedicava al fratello, Giusy ha perso la titolarità tanto che ha insegnato nella scuola primaria (da oltre 15 anni) negli ultimi due anni prima a Milano, Varese e da pochi giorni ha saputo che sarà trasferita a Biella. “ E’ stato un anno pesante – afferma Giusy Paternò – provato e carico di un impegno emotivo e fisico che, di certo, non mi ha lasciato indifferente. Mio fratello vive una condizione di disagio mentale che, grazie alle cure della mia famiglia, oggi rappresentata solo dalla mia persona gli permette una vita dignitosa. Essendo fuori per lavoro grande è il supporto del personale altamente qualificato della cooperativa Alisea di Piazza Armerina la quale ospita pazienti psichiatrici”.
Molti usufruiscono della famosa “legge 104” che ha anche Giusy Paternò. “ Potendo usufruire di questa legge, che non è un vanto per me – continua Paternò – non da spazio perchè pochi sono i posti in Sicilia. Sono anche cosciente di rimanere molto tempo nel nord Italia ma il mio rammarico è l’enorme carico di impegno emotivo che si da ad un paziente che probabilmente dovrebbe cambiare ambiente, un danno per mio fratello, dato che gli enti pubblici non riescono a garantire la sicurezza dei servizi essenziali”. Giusy non ha usufruito della legge Renzi ma per lei viene riconosciuta quelle normale del “Turn Over” con la chiamata diretta del dirigente scolastico per cui è un ruolo a tempo indeterminato diverso dal solito.
Giusy Paternò quando scende in Sicilia essendo sposata lascia il figlio da una famiglia Salvaggio – La Pusata che è diventata “putativa” e passa il tempo con il fratello nella casa della cooperativa a Piazza Armerina. “Lungi da me di impietosire qualcuno ma ringrazio chi mi da un aiuto fondamentale – rimarca Giusy Paternò – perché mi permettono di trascorrere almeno il tempo con mio fratello”. Da diversi anni la cooperativa armerina non percepisce l’aiuto finanziario previsto dalla Regione Siciliana dove partecipano con somme anche l’Asp di Enna e il comune barrese. “Diverse volte mi sono recata negli uffici di competenza ed altre volte ho parlato con il primo cittadino – conclude Paternò – ma ancora non ho avuto nessun chiarimento a tal proposito.
A settembre Giusy Paternò dovrà lasciare la sua famiglia ma spera che il fratello non verrà spostato in altra sede dove questo comporterebbe un disagio anche dal punto di vista relazionale del paziente. Un disservizio creato da enti pubblici che dovrebbero almeno agire nel sociale con oculatezza dato che non è solo Giusy Paternò ma intere famiglie che ravvisano la stessa problematica.