“La nostra storia e il nostro passato ci siano da esempio per il futuro.” Tra le tante iniziative che il Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) porta avanti, c’è quella di ricordare studiosi e professionisti del passato che, con le loro ricerche, hanno dato lustro e visibilità al paese natio. Così nella riunione di giovedì 7 dicembre 2017 i membri e gli amici del Salotto hanno voluto ricordare la figura dello studioso barrese dott. Angelo Ligotti, anche perchè ricorre il suo anniversario di nascita (18 novembre) nonché il suo anniversario di morte (17 dicembre). Presenti alla riunione l’unico figlio del compianto Ligotti, il dott. Onofrio con la moglie e il figlio. Dopo i saluti di Gaetano Vicari, l’amico Salvatore Licata ha letto ai presenti una dettagliata relazione sulla vita e sulle opere del Ligotti. Quasi tutti i membri del Salotto hanno avuto la fortuna di conoscerlo, chi personalmente, chi attraverso la lettura dei suoi scritti, di apprezzarne gli studi storici e archeologici e l’amore per il paese natio. Tanto amava il suo paese che decise di abbandonare la carriera di medico provinciale prima a Bologna e poi a Ragusa, per fare l’ufficiale sanitario e il medico condotto a Barrafranca.
Nonostante non guidasse la macchina, andava continuamente in giro per il territorio barrese alla ricerca di elementi, di scoperte che svelassero i momenti bui della storia di Barrafranca. Passava intere giornate nelle biblioteche di tutta la Sicilia a ricercare e confrontare le sue scoperte con i documenti già esistenti. Importante in tal senso la collaborazione e l’amicizia con gli archeologi Paolo Orsi e Biagio Pace. A riguardo il figlio Onofrio ricorda, con emozione, i suoi viaggi in giro per la Sicilia, le sue lunghe giornate trascorse negli Archivi di Stato, nelle Società di Storia Patria, il suo amore per la numismatica. Allora non esistevano fotocopiatrici e dovendo visionare i libri, lo studioso portava con sé una “Rolleicord” biottica con lenti addizionali per fotografare i libri o gli articoli che gli interessavano, per poi stamparli. “Papà era come un fiume in piena- ricorda Onofrio- un fiume di Cultura. Amava leggere, studiare. Tanti erano gli argomenti che lo appassionavano e tanto sapeva”. Spesso faceva lunghi viaggi nelle campagne circostanti assieme ad Arcangelo Scarpulla, figlio del capomastro barrese Santo Scarpulla, con l’intento di ispezionare il territorio.
In uno di questi viaggi andò a visitare il Castello di Grassuliato, facendosi realizzare da Arcangelo un plastico in carta e gesso del castello. Amante della cultura, lo studioso intrattenne anche rapporti epistolari con ricercatori e archeologi di fama internazionale. Gaetano Vicari ha ricordato il suo rapporto con il dott. Ligotti, intrapreso durante la stesura della prima edizione del suo libro “Guida alle principali chiese di Barrafranca”, di cui il Ligotti fece la prefazione e il cui manoscritto originale è conservato gelosamente da Vicari. Sempre pronto, disponibile con tutti, aiutò anche il Vicari, quando realizzò un programma a puntate sulle chiese di Barrafranca, mandato in onda nella locale stazione radiofonica Radio Luce. Uomo d’immensa cultura, era molto preparato anche in campo artistico e locale.
Ricordi di vita personale quelli che Giuseppe Pilumeli rievoca del compianto studioso, di amicizia diretta e quasi paterna, poiché Giuseppe e Onofrio vivevano a Piazza Armerina nello stesso appartamento, nel periodo in cui entrambi frequentavano il ginnasio. La figura di medico viene ricordata da Jole Virone, che, raccontando una vicenda personale, pone l’accento sulla grande professionalità, competenza e umanità del Ligotti, sempre pronto ad aiutare tutti. Bobò Centonze ne ricorda la figura di archeologo appassionato, molto legato al suo paese, sofferente e inerme di fronte alla distruzione di beni storici come la chiesa di san Giuseppe e dell’ultima ala del castello di Matteo Barresi, trasformata in carcere e poi distrutta definitivamente. Ricorda ancora quella mattina presto quando il Ligotti lo chiamò al telefono per comunicargli della definitiva distruzione dell’ex carcere. Gli chiese di andare a vedere, prima che tutto scomparisse, se c’è ancora la “pozzo degli schiavi” che secondo il Ligotti doveva trovarsi nella parte baronale dell’ex carcere. Il Centonze andò ma non trovò nessun pozzo: si trovò di fronte allo scempio che il Comune aveva fatto del carcere. Era affranto e dispiaciuto di come il suo paese non era capace di tutelare la propria storia. Ricordi intrisi di affetto quelli rievocati dalla signora Mariella, nuora del dottore Angelo, che lo ricorda come un uomo in tarda età molto legato alla famiglia e ai nipoti. Infine Filippo Salvaggio ha proposto una riedizione della raccolta delle sue opere, conosciuta come Miscellanea, di cui una copia si trova alla Biblioteca Comunale di Barrafranca. Al termine, il padrone di casa Gaetano Vicari ha donato alla famiglia Ligotti un libro come ricordo della loro cortese partecipazione. Intensa serata trascorsa tra amici, in un clima di famigliarità, fatto di ricordi, di momenti emozionanti, di storie di vita vissuta, nella quale il filo conduttore è stato l’amore per la Cultura.
Rita Bevilacqua
BIOGRAFIA: Angelo Ligotti nacque a Barrafranca il 18 novembre 1910 da Onofrio e da Giuseppina Piazza. Ultimo di sei figli (Giuseppina, Maria, Benedetto, Rosa e Rosalia), dopo il diploma in Lettere classiche, frequentò la facoltà di Medicina presso l’Università di Catania. Il 1° novembre 1937 conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia. Nel 1938 conseguì l’abilitazione presso l’Università di Padova e, nel 1939, si specializzò in Malariologia e in Igiene pubblica. Lo stesso anno fu chiamato a dirigere il Laboratorio Provinciale d’Igiene e Profilassi, reparto micrografico, di Pola (Istria). Nel 1940 fu richiamato alle armi, come tenente medico, presso il 74° Fanteria di Pola. Promosso capitano, nel 1942, venne assegnato alla direzione del laboratorio batteriologico dell’isola di Arbe (Dalmazia). Nel corso della seconda guerra mondiale, partecipò a diverse azioni belliche con il 2° battaglione del 74° Fanteria, con la 57° sezione di sanità e con il 63° ospedale da campo. Terminata la guerra, conseguì l’idoneità a medico provinciale e, vinto il concorso a medico provinciale di ruolo, esercitò le sue funzioni a Bologna, a Ragusa e alla direzione generale di sanità di Roma. Dopo alcuni anni decise di abbandonare la carriera per fare l’ufficiale sanitario e il medico condotto a Barrafranca. Nel 1948 si sposò con Anna Trubia, da cui ha avuto un solo figlio, Onofrio. In questo periodo approfondisce i propri studi in campo sanitario e batteriologico, tanto che le sue ricerche furono oggetto di pubblicazione. Ricordiamo: La malattia di Aujeszky (o pseudorabbia, malattia virale del suino causata da un Varicellovirus); Sulla filtrabilità del bacillo di Koch (Mycobacterium tuberculosis, bacillo responsabile, nell’uomo, della tubercolosi); Sulla dissociazione batterica del bacillo di Eberth nei portatori (affetti cioè da febbre tifoidea provocata dal batterio della Salmonella); O jednom slucaju limfosarkoma rektuma (linfosarcoma rettale); Un caso di malattia di Aujeszki; Contributo sullo studio del tifo petecchiale (trasmesso dai pidocchi, ne è responsabile la Rickettsia prowazekii). La grande passione per la storia e l’archeologia, nata agli inizi dei suoi studi classici e abbandonata per intraprendere gli studi di Medicina, lo portarono a riprenderne gli studi. Le sue intuizioni diedero un notevole contributo alla storia di Barrafranca e del suo territorio. Numerose le pubblicazioni a tal riguardo. Topografia antica del “Casale” presso Piazza Armerina; Note sulla Chiesa di S. Niccolò “in territorio Commecini; Note su Philosophiana e Calloniana alla luce di nuovi rinvenimenti archeologici dove descrive i praedia di Philosophiana e Calloniana; Barrafranca (Enna) – Rinvenimenti archeologici nel territorio; Su Grassuliato e su altri abitati dell’interno, e sul significato del nome “Bonifatius”, rinvenuto al “Casale”; Note sul Risorgimento Siciliano con appendice di documenti inediti su uno sbarco Garibaldino (1854-1857); Discussioni di storiografia siciliana medioevale; Sul presunto toponimo aragonese di Grassuliato; La penetrazione cristiana nella zona di Barrafranca, Piazza, Pietraperzia e Mazzarino secondo le recenti scoperte. L’opera sua più importante fu Notizie su Convicino (L’Hibla Galatina sicula, la Calloniana romana), detta poi Barrafranca, attraverso nuovi documenti e la successiva Identificazione definitiva di Calloniana . Collaborò con Paolo Orsi in moltissime ricerche della Sicilia orientale. Fu impegnato con Biagio Pace in una serie di indagini archeologiche in alcuni centri romani dell’Isola. Il ministero della Pubblica Istruzione, direzione generale delle accademie e biblioteche, con decreto ministeriale del 21 marzo 1960, lo nominò Ispettore bibliografico onorario per le biblioteche dei Comuni di Barrafranca, Mazzarino, Gela e Butera, per il triennio 1960/63. Fu corrispondente di autorevoli riviste scientifiche, storiche, archeologiche e paleografiche, tra cui le riviste “Archivi” e “L’Alfiere”, fu corrispondente dell’Accademia dei Lincei, delle Società di Storia Patria e dei rispettivi Archivi storici. Si spense a Barrafranca il 17 dicembre 1984. Per il valore dei suoi studi storici e archeologici gli furono conferite numerose onorificenze, tra cui: Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana; Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della Corona d’Italia; Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di San Giorgio di Antiochia; Grand’Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; Accademico della biblioteca partenopea di Lettere, scienze ed arti; Socio delle Società di Storia Patria di Palermo, Catania, Siracusa, Messina e Napoli.
Rita Bevilacqua