Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” ha avuto l’onore di ospitare il mecenate Antonio Presti

Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” ha avuto l’onore di ospitare il mecenate Antonio Presti

- in Barrafranca, Civico 49
Il mecenate Antonio Presti

Particolare e culturalmente interessante la riunione di giovedì 17 maggio 2018 nella quale il Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha avuto l’onore e il privilegio di ospitare l’imprenditore e mecenate siciliano Antonio Presti, presidente della Fondazione “Fiumara d’Arte”. Presenti all’evento, oltre ai soci del Salotto, la prof.ssa Pasqua Gulino in rappresentanza dell’Istituto Comprensivo “Europa”di Barrafranca e  la prof.ssa Angelina Privitelli  dell’ISISS Falcone di Barrafranca, il dott. Gero Giunta neo presidente Proloco sez. Barrafranca, la prof.ssa Edwige Terranova vice presidente “Circolo di Cultura”, l’ex maresciallo Vincenzo Pace presidente “Ass. Nazionale Carabinieri” sez. Barrafranca e il dott. Giuseppe Balsamo presidente del “Centro Studi Don Carlos di Borbone Due Sicilie”. Presente anche il giornalista Gaetano Milino e l’emittente locale Radioluce che ha trasmesso l’evento in diretta facebook.

Gaetano Vicari saluta i presenti alla riunione

«Antonio Presti è un uomo innamorato dell’arte e della bellezza, perché crede che la bellezza e l’arte possano essere il riscatto della nostra terra». Con queste parole il padrone di casa Gaetano Vicari ha aperto l’incontro, ringraziando  Antonio Presti e Gianfranco Molino, vice presidente della fondazione “Fiumara d’Arte”, per la loro preziosa partecipazione. Non potevano mancare i ringraziamenti ai soci presenti, ai Presidenti di alcune associazioni del territorio e ai rappresentanti delle scuole. A introdurre l’ospite, leggendone una breve biografia, è stata Rosetta Faraci. Ma è stato lui, Antonio Presti, il mattatore della serata, lui che, innamorato dell’arte e della sua terra, spende la propria vita in nome dell’arte e di quell’ideale di bellezza che può salvare l’uomo dalle bruttezze del mondo. Mostrando alcuni filmati dei progetti da lui realizzati, come Fiumara d’Arte, Atelier sul mare Tusa, Porta della bellezza, Presti parla di sé e delle sue scelte. Ancora giovane abbandona gli studi di Ingegneria edile all’Università di Palermo per portare avanti l’impresa del padre scomparso, un’avviata azienda a Castel di Tusa specializzata nella produzione di materiali per la costruzione di strade. All’età di 29 anni capisce che la strada aperta dal padre non rappresenta il suo futuro. Si rende conto che la società in cui vive attribuisce al denaro un valore eccessivo, una società in cui per fare impresa deve qualche volta scegliere anche le vie illegali, di corruzione. Non gli va a genio scendere a patti con la delinquenza. Si può essere impresa, evitando gli appalti pubblici e facendo dello stesso cemento un’opera d’Arte, trasformandolo in un valore di bellezza. Questo nuovo modo d’intendere la propria impresa entra in sintonia con la sua filosofia di vita, incentrata sull’Arte intesa come dimensione che permetta di dare continuità alla vita.

Rosetta Faraci presente Antonio Presti

«L’Arte può salvare la Sicilia- dice Presti- la può salvare dalla sua decadenza, dalla sua corruzione! In ricordo di mio padre scomparso immaginai un percorso artistico che esprima continuità tra la vita e la morte, a simboleggiare la conservazione della memoria attraverso l’arte contemporanea». Nasce così il Parco scultoreo di Fiumara d’Arte, un parco all’aperto di opere monumentali. «Io ho sempre concepito l’arte- continua Presti- e la scultura in maniera monumentale da 20 metri in sù».  A questo progetto partecipano i più importanti artisti del mondo.  Anche se inizialmente le opere sono realizzate con il consenso di sindaci e amministratori locali, il fondatore di Fiumara d’Arte subisce un processo penale per abusivismo edilizio. Inoltre, durante la costruzione dell’Art Hotel Atelier sul Mare, subisce un attentato. Questo non lo ferma, anzi diventa un incentivo per andare avanti. Dopo 23 anni di processi e carte bollate, il tutto si conclude positivamente, dopo che la Cassazione riconosce “l’eccezionalità del caso”, prosciogliendo Antonio Presti da ogni accusa e impedendo che quei manufatti definiti “abusivi” siano demoliti.  Nonostante tutto né Regione, né Provincia, né Comuni si fanno carico della tutela di queste opere d’arte. Allora il 22 aprile del 2005 Presti decide di opporsi a questo rifiuto silenzioso dello Stato e chiude con un enorme telo blu la “Finestra sul mare” scrivendo in tutte le lingue la parola “chiuso”. Questa volta è Presti a denunciare tutti i sindaci e la Regione Siciliana per incolumità civile. Interviene all’appello l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e finalmente il 6 gennaio del 2006, dopo 25 anni di battaglie, è riconosciuto il Parco di Fiumara d’arte, aiutato dal Governo regionale che ha approvato l’istituzione del percorso turistico culturale di Fiumara d’Arte. E’ alle nuove generazioni, a chi verrà dopo di noi che Presti vuole rivolgersi, insegnando un’ideale di bellezza pura, scevra da qualsiasi forma di materialità. «In questa nostra contemporaneità – continua l’ospite – sentiamo tanto parlare di bellezza che è stata offesa da una società asservita al consumo, all’apparire. Una bellezza che parla del sembrare non dell’essere. Dobbiamo restituire alle nuove generazioni quel valore del futuro che solo in nome del cuore e della conoscenza possono riconquistare. Questa società informatizzata sta controllando tutti, soprattutto i giovani, con lo scopo di renderli ignoranti e anestetizzati, anche nell’animo».  Innamorato di Librino, uno dei quartieri della periferia di Catania, decide di trasformare un muro di cemento armato lungo tre chilometri che fa da spartitraffico tra Viale Castagnola e viale Librino in un progetto artistico e sociale.  Le opere, ispirate al tema della “Grande Madre”e abbinate a testi poetici, sono state applicate su una superficie di 500 metri di muro, coinvolgendo nove scuole elementari e medie del quartiere con  10.000 allievi. Gli artisti e i poeti hanno, infatti, lavorato per più di due anni direttamente nelle scuole con 2000 bambini. Le forme di terracotta sono state modellate e firmate dagli alunni, divenuti così “giovani autori”, con lo scopo di renderli protagonisti di un percorso artistico-etico di cambiamento della storia del quartiere. «Qui a Librino- dice Presti – è stato applicato il processo artistico del fare non del chiedere. Il fatto stesso che sono stati loro, gli abitanti, i veri protagonisti del progetto, li spinge a proteggere, preservare la loro stessa opera. E chi protegge non è un delinquente, non è a rischio».

La Porta della bellezza quartiere Librino Catania

Il 4 ottobre di quest’anno sarà inaugurato un progetto di apertura alla bellezza di Librino. In questi mesi è stato realizzato un laboratorio fotografico con  immagini riguardanti il ciclo della vita, le cui foto, associate a un verso del “Cantico delle Creature”, saranno appese a tutti i pali della luce del quartiere. Si parte con le foto dei bambini per arrivare alle foto dei vecchi e alla morte. Attraverso il cantico delle Creature, la morte è superata e dalle foto dei vecchi si ritorna alle foto dei bambini. In questo modo, ogni volta che uomini e donne, vecchi e bambini percorrono quelle strade e guardano le foto, leggendo le parole del Cantico, per un momento gli abitanti di Librino superano l’ordinario elevandosi al  sublime, alla bellezza pura.  «La bellezza non è nel nostro sé- conclude il mecenate siciliano- non è nel “conosci te stesso”, in quel percorso della vita che facciamo da giovani in cui la conoscenza è la sommatoria delle esperienze. Quando però arriviamo a una certa età, la bellezza non è più la sommatoria delle esperienze ma il togliere le esperienze già fatte. E quando togli a quella conoscenza tutto ciò che hai conosciuto, tutto ciò che è stato effimero, banale, allora lì c’è la “Bellezza”, una bellezza universale che è nell’anima dell’Uomo stesso».

Al termine Orietta Strazzanti, a nome di tutto il Salotto, ha donato all’ospite il suo romanzo “Una singolare avventura” come ricordo della serata e di ringraziamento per la sua proficua e speciale partecipazione.

Rita Bevilacqua

 

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