Piazza Armerina. Città blindata, da domani 14 venerdì, potranno circolare solo i residenti

Piazza Armerina. Città blindata, da domani 14 venerdì, potranno circolare solo i residenti

- in Piazza Armerina

Piazza Armerina. E’ arrivato il momento tanto atteso per la diocesi più interna alla Sicilia ma che comprende anche città come Gela,ai confini marini, ed Enna in montagna. Anche stamani la macchina organizzativa era al lavoro per le ultime cose da completare. Dalle 14 quindi di domani si potrà entrare solo esibendo un documento che attesta la residenza nella città dei mosaici. Il quotidiano l’Avvenire oggi in edicola ha pubblicato una intervista al Vescovo Don Rosario Gisana di cui riportiamo un estratto.

DI GIANNI CARDINALE

Papa Francesco torna in Sicilia per ricordare la memoria di un santo prete, ucciso dalla mafia. Ma prima di recarsi nella Palermo di padre Pino Puglisi, farà una breve tappa a Piazza Armerina, nel cuore dell’isola. Una piccola ma significativa ouverture, dal «forte significato simbolico, come spiega ad Avvenire il ve: Rosario Gisana, 59 armi, dal 2014 alla guida della diocesi. «Quella d Piazza Armerina  non è una Chiesa più importante e rinomata rispetto alle altre. Siamo nel centro geografico della Sicilia e allo stesso tempo ne siamo un po’ la periferia. E riassumiamo quindi tutte le caratteristiche di una terra ricca di potenzialità che attende dal successore di Pietro una parola di speranza. Una parola che ci scuota da un torpore atavico a cui non è estraneo l’influenza di un sistema mafloso tuttora influente». Una terra comunque ricca di storia civile ed ecclesiale. «Basti pensare—ricorda il vescov a due figure di grandi gesuiti originati di queste contrade». E cioè «il beato Girolamo De Angelis, nato a Castrogiovanni (l’odierna Enna) e martirizzato in Giappone nel 1623, e Prospero Intorcetta, originario proprio di Piazza Armerina, grande missionario in Cina, dove morì nel 1696, a cui Civiltà Cattolica ha dedicato recentemente un ampio saggio».

Eccellenza, che cosa ha spinto il Papa a iniziare la sua visita in Sicilia dalla sua diocesi?

Le ragioni credo si trovino negli orientamenti basilari del Santo Padre. Fin dall’inizio del suo pontificato ha sottolineato che la Chiesa oltre ad essere “in uscita”, e quindi missionaria, deve mirare la sua attenzione al servizio dei poveri, degli emarginati, delle periferie fisiche ed esistenziali. Ora, il territorio della nostra diocesi, secondo le stime ufficiali, risulta essere tra i più poveri d’italia. Eppure possiede delle risorse eccezionali, sia dal punto di vista turistico – penso agli importanti siti archeologici di Villa del Casale a Piazza Armerina e della Morgantina ad Aidone per non parlare del rinomato Museo di Gela -, sia dal punto di vista agroalimentare con un territorio fertilissimo e vigneti che, ad esempio, hanno attratto anche investimenti da parte di importanti imprenditori del Nord.

Le risorse e le potenzialità non mancano, quindi. Perché allora questo scarso sviluppo?

La popolazione è aperta e generosa. Ma è frenata da una certa rassegnazione, frutto forse di una mentalità atavica e di un sistema mafioso non più eclatante come nel passato ma sornione, che soffoca la società, la rende sospettosa e impaurita e quindi incapace di saper reagire. Tutto questo, In qualche modo, è stato comunicato al Papa. Di qui, immagino, la sua decisione di iniziare proprio nella nostra diocesi la sua visita siciliana. Dal centro dell’isola che però oggi è un po’ la sua periferia. Quasi per sollecitare e scuotere gli animi delle nostre popolazioni.

Annunciando a maggio la visita, lei ha detto che non eè stato un vostro invito diretto al Papa.

In effetti l’invito ufficiale è venuto da Palermo. E stata una felice sorpresa sapere che il Pontefice ha accettato questa proposta.

Come vi siete preparati a questo evento storico, la prima volta di un Papa a Piazza Armerina?

Nonostante il periodo estivo abbiamo avuto dei momenti importanti e significativi di riflessione e preghiera. Questo percorso di attesa culminerà domani sera con una veglia animata dai giovani che continuerà fino all’arrivo del Papa sabato mattina.

fonte Avvenire di oggi

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