BARRAFRANCA. Lo ha fatto durante il consiglio comunale sul problema sicurezza convocato ad hoc. Questa la sua lettera che ha letto con determinazione e molta emozione: “Non avrei mai immaginato di ritornare, a distanza di 20 anni, in Consiglio Comunale per raccontare una storia, la mia storia. La distruzione della mia attività. Un incendio doloso, un gesto intimidatorio, un segno meditato, ad opera di ignoti che non trova ancora movente, la motivazione e la ragione”. “All’improvviso – scrive ancora Giovanni Paternò – tutto diventa un ricordo. In una notte. In un attimo. Vanno in fumo tutti i farmaci, i preparati che hai minuziosamente selezionato e, con essi, diversi anni del tuo lavoro, tanti momenti di gioia e preoccupazione della tua professione. Una bella professione distrutta da un ignoto che pretende di essere padrone del tuo destino, da qualcuno che pretende di privarti del tuo lavoro, della tua libertà, del tuo futuro”.
Giovanni Paternò scrive ancora: “Momenti di choc, delusioni, sconforto ma mai di paura. Mai di paura perché, sin da subito, sono stato circondato da tantissime persone: uomini, donne, anziani, pronti a darmi una mano, solidarietà, coraggio, speranza, dignità in modo del tutto spontaneo e sincero”. “E intanto la notte – scrive ancora Paternò – diventa giorno. La notizia ormai si diffonde in tutto il paese. Quell’evento ha scosso l’intera popolazione che è incredula e non riesce a darsi una spiegazione. È un atto che tocca il cuore di una comunità che infrange la mia saracinesca e la coscienza di tanti ma, in contemporanea e con determinazione, mi incoraggia a riaprire e a non mollare, ma piuttosto a reagire”. “Era iniziata – continua Giovanni Paternò – una battaglia di civiltà. Migliaia di messaggi. Telefonate, strette di mani, abbracci, pianti”. “Noi barresi, siciliani, laboriosi, con la voglia ritrovata di reagire che condanna la prevaricazione, che invoca il pieno rispetto della legalità, del bene, del rispetto delle regole”. “Ho visto un paese convinto come non mai che gesti come questi e tanti altri ancora irrisolti vadano condannati. Non sappiamo se quanto accaduto sia un inquietante segnale della criminalità organizzata o di un’operazione pensata da un singolo mitomane. Quello che è certo è che è stato qualcuno che si muove al buio, nell’ombra, senza scrupoli, con la passione di commettere reati. Ancora, purtroppo, c’è una marginale parte di persone, infinitesimale direi, che non si rassegna e continua a ribellarsi ai sani valori e al civile senso della convivenza”. Giovanni Paternò conclude: “Ma Barrafranca non vuole tornare indietro, la maggior parte crede nella rettitudine. Perché questa è la strada maestra ed è l’unica percorribile per il nostro futuro. Ho avuto momenti di buio. Ma nel buio ho trovato insieme a me il mio paese. Grazie Barrafranca, io ci sarò”.
GAETANO MILINO