Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” presenta il libro di Diego Aleo “C’era una volta… I cunta”

Il Salotto artistico- letterario “Civico 49” presenta il libro di Diego Aleo “C’era una volta… I cunta”

- in Barrafranca, Civico 49
Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” e Gaetano Vicari

Nella riunione di giovedì  9 maggio 2019 il Salotto artistico- letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha avuto l’onore di presentare il nuovo libro del socio Diego Aleo dal titolo “C’era una volta… I cunta”.

Il libro nasce da una raccolta di fiabe, realizzata come ricerca scolastica da alcuni studenti di scuola media. Allora ogni alunno intervistò i nonni e trascrisse u cuntu che questi gli raccontavano.

Il materiale fu poi selezionato e raccolto al fine di realizzarne un libro, con l’intento di tramandare e lasciare ai posteri quella grande eredità orale di cui gli anziani ne sono i fedeli custodi. Oltre alla loro trascrizione in dialetto barrese, i “cunta” presenti nel libro sono stati poi tradotti in italiano dall’autore, adattandone personaggi e linguaggio alla sensibilità del lettore contemporaneo. Un testo importante quindi che racchiude e soprattutto lascia ai posteri parte della storia della nostra comunità: da “U Re ie a Regina”  a “U sordu”, da “Betta Pilusa” a “Ciciriddu”, tanto per citarne alcuni, rimarranno per sempre patrimonio della comunità. All’interno del libro si trovano alcune illustrazioni realizzate dalla giovane ennese Sara Restivo, figlia della prof.ssa Roberta La Martina insegnante di arte alla scuola Don Milani di Barrafranca. E’ iscritta al quinto anno del liceo artistico M. M. Lazzaro di Catania, indirizzo di grafica. Appassionata di Illustrazione, fumetto e animazione, dopo il diploma s’iscriverà al IED (Istituto Europeo di Design) di Roma per proseguire gli studi e attuare le sue passioni. L’autore ha voluto regalare agli amici del Salotto una copia del libro, con dedica personalizzata.

Gina Patti presenta il libro
Gina Patti presenta il libro

A presentare il libro la prof.ssa Gina Patti e il prof. Filippo Salvaggio. «Inizio la mia presentazione prendendo spunto da una frase tratta un tema di quarta elementare di mio figlio Giulian: La sera davanti al fuoco del camino, mio nonno con le sue parole magiche mi fa viaggiare nel mondo della fantasia. Io sono innamorato delle storie del nonno e aspetto ogni giorno con impazienza questo momento magico.» Così esordisce la Patti nel presentare il libro dell’amico Diego. «Allo stesso modo Diego Aleo con il suo libro “C’era una volta… I cunta” ha recuperato le storie (i cunta) ascoltate in un’infanzia felice. Ciò che propone quest’opera è una raccolta capillare dei numerosi cunta che l’autore ha esaminato, tradotto e arricchito, regalandoci un tuffo nel passato».

Filippo Salvaggio mentre presenta il libro
Filippo Salvaggio mentre espone un excursus delle origini delle favole

«Le fiabe (o cunta come si dice tra noi) sono patrimoni dell’umanità – scrive la Patti nella presentazione dell’opera-  e connotano in maniera significativa la cultura di un popolo. Alla fiaba non si può negare il suo valore pedagogico. Chi racconta ha in animo di tramandare una tradizione e un comportamento positivo che si enuclea in quello del protagonista. I valori emergono perché sono ben radicati nel contesto sociale e fanno parte del vivere civile… » «Finalmente è arrivata un’opera che raccoglie i cunta che circolavano nel nostro ambiente- spiega Filippo Salvaggio.- Anche perché Diego Aleo è uno dei pochi , pochissimi, che si è occupato della raccolta di queste tradizioni orali. Quest’operazione culturale è molto importante perché così si può avere uno spaccato di quello che era cultura del nostro paese».  Poi il Salvaggio ha esposto un excursus delle origini delle favole e dei racconti, delle diverse tipologie di fiabe e delle fonti cui si rifanno.

L’autore Diego Aleo

«Nei racconti popolari c’è la nostra storia- scrive l’autore nella nota al suo libro- e visti da questa prospettiva essi hanno un grande valore antropologico e storico. Senza avvedercene e senza proclamarci storici e scrittori siamo diventati veicolo di trasmissione di cultura e di comportamenti, di valori, di ideali che guidano l’agire dell’uomo e animano le sue relazioni. Le fonti della storia dell’uomo non vanno ricercate ed esaminate solamente nelle testimonianze scritte; non dimentichiamo che spesso il percorso storico dell’uomo è costellato di conoscenze trasmesse oralmente. Ogni popolo, a partire da quello dell’antica Grecia, ha fatto uso della trasmissione orale della propria civiltà, del proprio pensiero. Molte opere, come l’Iliade e l’Odissea, sono giunte a noi solamente perché affidati alla diffusione orale e non conosceremmo niente della cultura di molti popoli dell’Africa se non ci affidassimo ai racconti e alle storie che sono giunte a noi tramite la diffusione orale, ad opera di poeti e sciamani. Sostenuti da quanto detto, comprendiamo il grande valore che assumano, anche nel nostro piccolo, i racconti popolari: “I cunta”! Possiamo, quindi, capire come la fiaba, il racconto popolare siano correlati alla vita e siano nello stesso tempo una spiegazione della vita. In essi, nei racconti popolari, infatti, si riflettono tutti i grandi problemi e le difficoltà che ogni essere umano ha incontrato lungo il suo cammino di vita.»

Rita Bevilacqua

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