Giovedì 20 giugno 2019 il Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha avuto l’onore di presentare l’ultima fatica del socio Salvatore Licata dal titolo “Ffacciati bedda e mintiti a li visti – Poesie, strambotti e contrasti Barresi”, raccolti in questi anni da Licata e adesso organizzati e pubblicati in un volume, da lasciare in eredità alle nuove generazioni. Uno spaccato di vita barrese, i cui protagonisti sono gente semplice, umile che amava “verseggiare” e motteggiare su eventi di vita quotidiana. «La ricerca e la trascrizione dei vari componimenti nacque da un’occasione fortuita – spiega Salvatore Licata- quando, nel giro di poco tempo ascoltai le recite di Alessandro Bonaffini, Santu ‘u bagghiu, poeta contadino di Barrafranca e del poeta Ignazio Buttitta, cantore palermitano. Nell’estate 1970, nel circolo giovanile “Club 70” Alessandro Bonaffini recitò il contrasto Tuppi- tuppi. Da allora iniziai la ricerca, che copre un arco di tempo che va dagli anni ’70, ’80 e oltre, di questo nostro vasto patrimonio culturale, intervistando gli anziani che si dimostravano ben lieti di declamare le poesie che conoscevano».
Tanti i contadini barresi che si cimentarono nell’arte del verseggiare: il menzionato Alessandro Bonaffini, conosciuto da tutti come Santu ‘u bagghiu, Salvatore Tambè, Salvatore Giunta, Alessandro Faraci, Calogero Siciliano, Salvatore Salamone, Filippo Brugnone e Vincenzo Muratore. Alcuni componimenti di questi “poeti” sono presenti nella raccolta. Vi erano anche altri che si deliziavano a motteggiare, come Luigi Di Santo, Salvatore Margani, Giuseppe Triolo, Giovanni Arena, Giuseppe Spataro, ma di questi l’autore non ha trovato nulla. Terminata la ricerca, tutto il materiale raccolto fu conservato e lasciato li, poiché iniziò a occuparsi di storia barrese. Qualche anno fa il Licata ritrova questo materiale e rileggendolo, decide di organizzarlo e pubblicarlo. «Oltre che di poemetti e contrasti, – scrive l’autore nella copertina posteriore del libro- in questa raccolta ci occupiamo anche di canti popolari raccolti nel nostro territorio. Ciò perché le più ampie raccolte di canti popolari siciliani (Pitrè e Vigo), privilegiano l’area del palermitano e del catanese, lasciando in ombra il centro Sicilia, avvertendo però che in ogni parte dell’isola, qualora si facessero dovute ricerche, si potrebbe raccogliere una messe copiosa di canti. E in effetti, anche se la nostra indagine verte su un’area molto limitata, ci siamo egualmente ritrovati davanti ad un universo composito e confuso di canti, che andrebbero, in sede più opportuna, esposti e indagati specificatamente».
In copertina l’acrilico “Serenata” dipinto da Maria Costa. La scena è ambientata a Barrafranca negli anni 40/60 e precisamente “a batia”, ossia Piazza Fratelli Messina. Siamo in un periodo in cui i “putieddi” (gli antichi portali tardo medievali, ad arco zoppo, siti nella suddetta piazza) erano ancora abitati, come emerge dal chiarore che emanano. In una sera d’estate un giovane decide di fare una serenata alla sua amata. La giovane, incuriosita, si affaccia al balcone in sottoveste bianca e scialle rosso. Intimidita e tutta vergognosa si china e raccoglie un fiore dal vaso, da un ultimo sguardo prima di ritirarsi. «I colori fondamentali sono: blu lunare e blu oltremare- ci spiega Maria Costa- Il colore dell’armonia, della simpatia, della fantasia e della spiritualità. Bianco: candore. Rosso per attirare l’attenzione e nello stesso tempo rappresenta la passione, questo è un colore dinamico e seducente. L’arancio luminoso della luce, per segnalare un mondo umano vivo che non aveva molto dei mezzi di comunicazione che ci sono adesso, ma riusciva lo stesso a bearsi della compagnia e a divertirsi senza tante pretese.» Il libro si può acquistare su Amazon o nelle cartolerie barresi. (Foto Gaetano Vicari)
Rita Bevilacqua