PIETRAPERZIA. L’evento festeggiato nella sede attuale di viale Marconi. Avviata da Michele Di Prima a luglio 1969, ora il titolare è affiancato, nelle attività, da suo figlio Paolo di 23 anni. La prima sede della tipografia, allora con i caratteri mobili, era in via Trieste, 11, una traversa di piazza Vittorio Emanuele. Michele Di Prima racconta le origini e la nascita della tipografia. “Io ho aperto come tipografia perché, negli anni ’69, ’70, a Pietraperzia c’era una tipografia antichissima. Allora ho portato un po’ di innovazione per quanto riguarda la stampa tipografica”. “Io sono un tipografo”, tiene e a precisare Michele Di Prima. E continua: “Il primo lavoro che ho realizzato sono stati i biglietti di nascita di mio nipote, Di Prima Paolo”. “Passati gli anni, – continua Michele Di Prima – ci siamo affermati nella stampa dei libri, dei manifesti a colori e abbiamo rinnovato i macchinari ogni anno”. “Nel 1985 ci siamo trasferiti di sede perché la vecchia sede è in via Trieste, 11. Trentaquattro anni fa, nel 1985, ci siamo trasferiti in viale Marconi dove siamo tuttora. Allora mi è venuto in mente di aprire una cartolibreria ed un’edicola. Grazie a Dio siamo andati avanti fino ad oggi”. La differenza tra ieri e oggi? “La differenza tra ieri e oggi è moltissima perché prima c’era il lavoro, non c’erano le innovazioni di stampanti digitali e tutto si faceva a mano. Oggi chiunque può avere una stampante a casa e fare il tipografo; i tempi sono cambiati”. “Certo – continua Michele Di Prima – per stampare un libro bisogna essere attrezzati ed avere i macchinari. Oggi tutti ci improvvisiamo ad essere grafici ma la grafica è una cosa che bisogna studiare e su cui bisogna ragionare sopra”. Le macchine tipografiche di ieri? “Purtroppo di macchine tipografiche di ieri ne ho solo due: una qua ed un’altra nella vecchia sede. La prima macchina con cui si stampa ancora con caratteri mobili. La seconda, nella vecchia sede di via Trieste, 11, una macchina piana. Qui ho un’altra macchina digitale che ha superato i caratteri mobili”. Michele Di Prima, in questa attività viene aiutato dal figlio Paolo. “Mio figlio Paolo – continua Michele Di Prima – si è laureato In Arte e Design e sta studiando per conseguire una seconda laurea. Nonostante ciò egli mi dà una mano”. Paolo, il figlio di Michele Di Prima, ci parli un po’ di te? “Mi sono laureato, nel settembre 2018, all’Accademia di Belle Arti di Catania in Grafic Design con tutte le materie che riguardavano l’aspetto grafico e dell’arte con l’intento di continuare nell’attività. Ora sto studiando – continua il giovane Paolo – in Economia e Management per cercare di occuparmi della gestione dell’attività e, quindi, riuscire ad inglobare un po’ di cose insieme”. Di padre in figlio? “Sicuramente sì, di padre in figlio”. Michele, cosa si sente di suggerire al proprio figlio? “Io ho l’esperienza antica, lui, in seguito, dovrebbe avere quella moderna. La tecnologia ha fatto notevoli progressi e non è più quella di 50 anni fa. Mi auguro che lui si avvii su questa scia tecnologica nuova”. Paolo, ci puoi anticipare qualcuna delle tue nuove idee? “Noi ci stiamo già adoperando nella stampa 3 D e abbiamo fatto qualcosa. Siamo ancora nella fase sperimentale e vediamo, nell’arco dei prossimi due tre anni, di definire meglio il tutto iniziando ad avere un’esperienza per potere competere all’interno del mercato”. Quando siete partiti con la 3 D? “Ci lavoriamo da un anno e mezzo e stiamo anche iniziando a lavorare con la stampa sublimatica e a produrre dei gadget personalizzati. Il nostro obiettivo non è quello di competere a livello di economia di scala e quindi produrre una grande quantità di pezzi ma piccole quantità personalizzate, un po’ per soddisfare i bisogni individuali del singolo cliente”. Cos’è la tecnica sublimatica? “È una tecnica che si occupa di transfert dell’immagine tramite il calore. Trasferire l’immagine da un foglio al piano sul quale si decide di stampare. Questa nuova tecnologia può essere utilizzata per la personalizzazione di gadget quali portachiavi, magliette stampate in maniera diversa e all’interno delle fibre delle magliette sul tipo della stampa che viene fatta sui manifesti”. Quali le prime realizzazioni in 3 D? “Una delle prime realizzazioni che abbiamo fatto è quella di Lu Signuri di Li Fasci. Adesso stiamo lavorando per produrre in maniera bidimensionale e a rilievo la Madonna della Cava e realizzare una piccola statua proprio in maniera bidimensionale perché non esiste la Madonna della Cava a tre dimensioni”. GAETANO MILINO
Enna. “Non smettere mai di donare sangue” è l’invito del Direttore Generale Mario Zappia
Il dott. Mario Zappia, direttore generale dell’Azienda Sanitaria