Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” incontra culturalmente alcuni giovani immigrati ospitati al CAS di Barrafranca

Il Salotto artistico-letterario “Civico 49” incontra culturalmente alcuni giovani immigrati ospitati al CAS di Barrafranca

- in Barrafranca, Civico 49
Il Salotto artistico- letterario "Civico 49"
Il Salotto artistico- letterario e i giovani ospiti

Sensibile a qualsiasi forma d’integrazione sociale, e tenuto conto che l’accoglienza passa anche attraverso la conoscenza di civiltà e di culture diverse dalla nostra, giovedì 19 settembre 2019 nella sede del Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) si è svolto un incontro culturale tra i Soci e i giovani immigrati Ebrima Jallow, Mansour Mballo e Friday Omogbai, che sono ospitati presso il CAS di Barrafranca. Ad accompagnarli l’assistente sociale Angela Pitrella e la psicologa Stefania Tambè, che lavorano nel centro di accoglienza di Barrafranca.

«L’idea di invitare alcuni giovani immigrati- spiega il patrone di casa Gaetano Vicari – mi è venuta in mente passando dal Corso Garibaldi e vedendo quei giovani ospiti davanti ad uno dei centri di accoglienza del nostro paese. Allora ho pensato di informarmi se tra quei ragazzi ci fosse qualcuno che avesse studiato. Dopo essermi presentato e descritto le attività del Salotto, ho chiesto e mi hanno risposto che tra loro c’è un ragazzo laureato in Ingegneria. Allora ho proposto un  incontro con il Salotto artistico- letterario “Civico 49”, che è stato subito accettato». L’incontro è stato così organizzato con  gli operatori del centro, nella sede del Salotto. «Lo scopo dell’incontro- continua Vicari- è quello di conoscere la cultura degli stati da cui vengono quei ragazzi, la loro esperienza culturale e la differenza che c’è tra il nostro curriculum di studi e quello che loro hanno eseguito. Questo incontro deve essere “un incontro prettamente culturale”».

Gli ospiti Ebrima Jallow, Mansour Mballo e Friday Omogbai

Tra i ragazzi presenti l’unico con un titolo di studio è Ebrima Jallow che viene dal Gambia. Figlio di contadini, è l’unico maschio dopo quattro sorelle. E’ sposato e ha una figlia, che ha dovuto lasciare in Gambia. Ha conseguito la Laurea in Ingegneria al Dipartimento d’ingegneria tecnica dell’istituto di formazione sezione di refrigerazione e condizionamento. E’ stato uno dei pochi che ha avuto la possibilità di studiare, perché solo chi ha i soldi può farlo. Dopo nove anni di scuola obbligatoria (anche se lì di obbligatorio non c’è niente), ha deciso di continuare negli studi e conseguire la laurea in Ingegneria, con l’intento di trovare lavoro presso le Compagnie presenti nel territorio. Dopo aver lavorato saltuariamente nel suo paese, decide  di venire in Italia alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore. Conosce poco l’italiano, gli piace leggere, soprattutto libri di letteratura inglese, che riesce a trovare nella Biblioteca Comunale di Barrafranca. Mansour Mballo viene, invece, dal Senegal e ha conseguito nel suo paese la Licenza Media. Molto schivo, ha parlato poco di se, limitandosi a fare da interprete all’amico Ebrima. Ad accompagnarli Friday Omogbai, proveniente dalla Nigeria e ospitato anch’egli nel CAS di Barrafranca. Tutti e tre i ragazzi sono musulmani e sono in Italia da più di 3 anni.

Gaetano Vicari consegna il libro

Il Centro di Accoglienza di Barrafranca ospita, in tre strutture, 39 immigrati, tutti maschi. Questi ragazzi sono iscritti al corso di “licenza media” presso l’ente CPA in collaborazione con il medesimo centro di accoglienza “Cas Sud Servizi”.  Quelli più fortunati hanno trovato un breve impiego in lavori stagionali, come la raccolta di pomodori, cipolle, mandorle e adesso dell’uva, naturalmente nei dintorni del nostro paese.  Gli altri frequentano la scuola per imparare l’italiano. Si trovano qui in Italia come richiedenti asilo politico e ottenere il permesso di soggiorno. L’iter burocratico per ottenere i documenti però è molto lungo. Spesso la richiesta di soggiorno non viene subito accettata e il richiedente ha la possibilità di fare ricorso, allungandosi così  i tempi di regolarizzazione. Al termine Gaetano Vicari ha donato loro un libro come ricordo della serata.

Rita Bevilacqua

 

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