CENTURIPE. “Reputo scellerata la decisione di Oikos di ricorrere al TAR in seguito al parere negativo della Soprintendenza di Enna. Dopo il forte dissenso mostrato in questi mesi dall’intera comunità centuripina e la ferma opposizione da parte del Movimento 5 Stelle, trovo incredibile che la società che vuole costruire una mega discarica in territorio di Centuripe, a due passi da Catenanuova, in provincia di Enna, continui coinvolgendo il Tribunale Amministrativo Regionale nel tentativo di far valere ragioni che non hanno alcuna ragione. Non escludo neanche che il tentativo in atto sia quello di far cassa pretendendo un ingiustificato risarcimento del danno per la mancata realizzazione dell’impianto, dopo l’acquisto dei terreni, volto a indennizzare i mancati introiti di qualcosa promessa da qualcuno, ma che non poteva essere garantita”. Lo dice il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che adesso attende, insieme ai cittadini centuripini, che anche questo tentativo vada a vuoto e confida nelle decisioni della Magistratura. “Ripeto, – continua il senatore Cinquestelle – che si tratta di un vero e proprio attacco non solo alla salute dei cittadini e di un intero territorio, perlopiù a vocazione agricola e dal grande valore ambientale, ma anche alla storia millenaria e alla cultura di quei luoghi”. Mentre si attende che venga fissata la data dell’udienza, pare che alcuni portavoce della Oikos ci tengano a sottolineare che l’impianto interesserà 20 ettari del territorio acquistato e non tutti i 300 ettari. “Che sia chiara una cosa, – conclude Trentacoste – noi la discarica non la vogliamo nemmeno se fosse di un solo ettaro ed ecco perché continuiamo a chiedere il vincolo paesaggistico che impedirebbe alla Oikos e a chiunque altro di devastare il nostro territorio. La stessa Amministrazione comunale e il Governo regionale intraprendano tutte le iniziative atte a scongiurare la realizzazione di questa discarica”. GAETANO MILINO
BARRAFRANCA. Annullati gli arresti domiciliari inflitti a tre donne barresi.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, su