BARRAFRANCA. La cerimonia a cura del Comune, sindaco Fabio Accardi. Hanno partecipato il primo cittadino di Barrafranca Accardi, la giunta municipale barrese, il capitano Polizia Locale Maria Costa, i familiari di Ippolito e numerose altre persone. La targa apposta sulla facciata di una casa di via Vittorio Emanuele, angolo via Fratelli Bonfirraro. La targa ricordo su input del nipote Carlo Ippolito. In una prima fase la proposta di una targa era arrivata dall’ex sindaco di Barrafranca Gaetano Ciulla. Angelo Ippolito era nato a Barrafranca nel 1871 ed è morto nella stessa cittadina nel 1966. Nella targa è scritto: “Dottore Angelo Ippolito, detto don Angiuliddu, ha fatto della medicina una sublime missione curando gli ammalati e i poveri con amore, fede ed entusiasmo. Per il volere del nipote Carlo Ippolito”. “Il dottore Angelo Ippolito – si legge nella motivazione dell’ex sindaco Gaetano Ciulla per la proposta di intestazione – sereno e sempre sorridente era aperto verso tutti e specie verso i poveri che egli assisteva con umana comprensione e, spessissimo, senza alcun compenso anche se non iscritti nell’elenco dei poveri”. “Medico condotto e letterato, si era laureato in medicina e chirurgia giovanissimo ed esercitò la professione in paese anche come medico condotto”. “Molto bravo in ginecologia e pediatria – si legge nella stessa motivazione – non si risparmiava di assistere, assieme all’ostetrica Lucia Moavero gestanti e puerpere in casi difficili che egli, quasi sempre, risolveva felicemente accaparrandosi maggiore stima e riconoscenza. Trasferitasi a Palermo, la signora Lucietta fu sostituita dalla sorella Francesca”. “Le due epidemie, la Spagnola del 1918 e quella di meningite cerebro-spinale del 1929, che tormentarono Barrafranca e minacciarono tanto gravemente la salute dei suoi abitanti, avevano visto il dottore Angelo Ippolito in prima fila, solo in mezzo alla bufera (durante la Spagnola), perché gli altri medici erano stati colpiti dal morbo, dimostrando eccezionale spirito di abnegazione, scrupolo professionale, volontà di sacrificio ‘missionario’ e quanto nobile e generoso fosse il suo slancio nel portare, di notte e di giorno, infaticabilmente, le sue cure a centinaia di ammalati, con parole di augurio e di speranza, sfidando con serena coscienza il pericolo del contagio.”Durante l’infierire delle meningite, era stato l’anima del lazzaretto e della tendopoli nel piano delle tende e in contrada Grazia”. “Appassionato di teatro, il dottore Angelo Ippolito quando bisognava raccogliere denaro per beneficenza o particolari occasioni dirigeva da primo attore la filodrammatica locale, coadiuvato dal figlio Francesco, da Michele Cammarata e da altri. Visse ultranovantenne, stimato sempre da tutti, profondamente rimpianto dal popolo che, per affetto, lo chiamava u dutturi don Angiuliddu”. Il sindaco di Barrafranca Fabio Accardi dichiara: “Abbiamo voluto rendere memoria e ricordare il dottore Angelo Ippolito, detto anche il medico dei poveri, perché possiamo dire che lui è stato il precursore di quelli che oggi sono i Medici Senza Frontiere, Emergency e di coloro che si spendono gratuitamente e mettono a disposizione la loro professione per gli altri”. “Ricordiamo il dottore Angelo Ippolito – continua il sindaco Fabio Accardi – anche perché gratuitamente, in un momento storico in cui il servizio sanitario era a pagamento, lui curava i poveri gratuitamente. In due periodi importanti della nostra comunità – quando ci furono le epidemie della Spagnola e della meningite – mentre tutti andarono via, lui rimase a Barrafranca a servire e a curare questi ammalati”. Il sindaco Fabio Accardi conclude: “Per questo era giusto rendere memoria, onore e ricordo di questi grande medico anche per dare alle giovani generazioni una testimonianza che fare del bene agli altri è sempre una cosa positiva”. GAETANO MILINO
PIETRAPERZIA. Rinviata a data da destinarsi l’esibizione della Fanfaradei Carabinieri.
Il rinvio “per motivi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri”