Giovedì 05 dicembre 2019 il Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN) ha avuto l’onore di presentare la raccolta di poesie di Giuseppe Pilumeli dal titolo “La poesia ritrovata”, pubblicata postuma dalla casa Editrice Nulla Die nel novembre 2019. Presenti, oltre ai soci, la moglie Borina Bellanti, il figlio Francesco con la famiglia, l’editore Salvatore Giordano, amici e parenti. La presentazione del libro è stata l’occasione per ricordare Pino, la sua figura di uomo, di letterato e di socio del Salotto. «Abbiano fatto del nostro meglio per organizzare questa serata, esordisce il patrone di casa Gaetano Vicari- perché pensiamo che Pino merita questo e altro. Nel Salotto il nostro amico Pino ha trovato la sua migliore condizione culturale e umana, vivendo socialmente nel migliore dei modi i suoi ultimi anni e per questo ne siamo orgogliosi».
“Si tratta di vecchi quaderni per caso ritrovati, dove sono trascritte poesie che vanno dal 1963 al 1977” con questo breve messaggio, poco prima di lasciare questo mondo, Giuseppe Pilumeli affidava questa silloge alle cure dell’editore. Gli eredi, familiari e amici, si sono trovati a gestire le ultime incombenze per la pubblicazione dell’opera e augurano al lettore di giovarsi della sua lettura come hanno fatto loro che ne hanno gustato il dolce sapore di vita, amore, salute e speranza. Tanti i temi trattate dall’autore, dall’amore Gal sogno, dalla tristezza al dolore e alla morte. In altre parole da quelle rime, spesso brevi e intense emerge la VITA, con le sue sconfitte e le sue contraddizioni che il tempo tende a mitigare. Salvatore Licata ha tracciato la vita e le opere dell’amico Pino: «Giuseppe Pilumeli è nato a Barrafranca nel 1947. Compie i suoi studi presso il Ginnasio di Piazza Armerina e il Liceo Classico di Caltanissetta. Poi s’iscrive alla Facoltà di lettere classiche dell’Università di Catania. Lasciata l’Università, vince il concorso e lavora presso il Comune di Barrafranca da 1981 al 2013. Sposato con Liboria Bellanti, ha due figli: Rosangela e Francesco e cinque nipotini. Muore dopo una breve malattia il 31 ottobre 2018. Studioso di Giacomo Leopardi, Giuseppe Pilumeli si dedica, sin da giovane, alla poesia. Solo in età matura decide di pubblicare una raccolta. Nel 2005 pubblica, assieme a Loretta Marcon, un saggio su Leopardi “L’eroe sportivo”, Universum, Trento e nel febbraio 2006 pubblica, nella rivista Il giardino di Giacomo Leopardi; il saggio “Leopardi poeta e uomo democratico”. Sin da giovane, Giuseppe Pilumeli si dedica alla poesia. Solo in età matura decide di pubblicare una raccolta Così nel 2008 esce la sua prima raccolta “Canto notturno per Giacomo Leopardi” presso l’editore Il Mio Libro. Nel 2015 pubblica, sempre con Il Mio Libro, “Poesie”, una raccolta di versi scritti in età giovanile. Nel 2017 con l’editore Nulla Die, esce “Canto Notturno”.
«Giuseppe Pilumeli è nato poeta. Generoso, problematico, ama la solitudine, quella produttiva». Con queste parole, Diego Aleo esordisce nel presentare la raccolta di poesie, che ne ha curato la prefazione. «E’ sempre stato attratto – continua Diego- dalla figura, dalla personalità e dal pensiero di Leopardi. Le poesie racchiuse in questa raccolta producono grande emozione, risvegliano sentimenti ancestrali, toccano il cuore nel profondo. Sono la tristezza, la solitudine, la labilità della vita la chiave di lettura che ci permette di potere partecipare alla profonda meditazione sulla vita. Non sono pensieri e immagini superficiali quelli che si fissano nella nostra mente, leggendo questo libro di poesie, sono pensieri che ci inducono a una profonda meditazione sulla vita».
Il figlio Francesco ha letto una testimonianza e una poesia dedicata al padre dalla sorella Rosangela. Alcuni soci hanno voluto lasciare un personale commento alla raccolta, avendo avuto modo di leggere le poesie mentre Pino era ancora in vita. I commenti sono stati pubblicati nel libro.
«Leggendo i versi di questa raccolta- scrive Orietta Strazzanti- il pensiero che mi è venuto subito in mente si può riassumere con la parola DONO… Dono come capacità di cogliere i doni della vita: la bellezza della natura, l’ideale di giustizia, l’amore.
Delicati e intensi i versi che esprimono la struggente nostalgia, la fugacità della vita. Intensi ed efficaci i versi che cantano, con immagini felici, la sensualità e tutte le sfaccettature della vita vissuta amando con passione… Le liriche della raccolta hanno lo stesso valore della Ginestra, simbolo della poesia di Leopardi». Per Gino Strazzanti la raccolta di Pino Pilumeli è caratterizzata da una vena nostalgica: «… il passato viene visto con sereno e pacato rimpianto. Il pessimismo tipico di Pino è come se fosse trasformato… I ricordi su cui fissa lo sguardo sono principalmente di carattere amoroso e passionale. Traspare tra le righe delle poesie una serena consapevolezza di se stesso».
Per Iolanda D’Alessandro la poesia di Pino è lo specchio del suo modo di sentire, di amare, di porsi nei confronti della sua donna, della natura, della vita in genere. «Poesia dolce, serena, pacata- spiega la D’Alessandro- in cui l’ammirazione della natura si fonde in perfetta simbiosi con la voglia di vivere e di amare». Per Salvatore Bontempo da quelle poesie emerge una liricità che fa vibrare l’anima «Le poesie palpitano di soavi immagini idilliache trasudano nostalgici ricordi, evocano mistiche visioni, quasi un viaggio onirico attraverso i meandri della psiche, pur lasciando trapelare un’implicita connotazione pessimistica». Al termine Marianna Salvaggio, accompagnata dal figlio Francesco, ha cantato una poesia di Pino da lei stessa musicata. Commossa ed emozionata, Borina Bellanti ringrazia tutti i presenti per le belle parole e il calore dimostratole.
Rita Bevilacqua