PIETRAPERZIA. La tragedia delle foibe rievocata al comprensivo “Vincenzo Guarnaccia”.

PIETRAPERZIA. La tragedia delle foibe rievocata al comprensivo “Vincenzo Guarnaccia”.

- in Pietraperzia

 PIETRAPERZIA. A calcare il palcoscenico gli alunni di scuola secondaria di primo grado. Le classi in questione erano 3ª A, B, C. I piccoli grandi attori sono stati guidati dai professori Rosalinda Nicolosi, Elisa Gentile, Erminia Viola, Lucia Tambè. Paola Di Maggio, Paola Buscemi, Calogero Pitruzzella. Accompagnamento musicale con i professori Carmelo Garofalo (al clarinetto) e Davide Fazio ( alla chitarra). In sala presenti la dirigente scolastica Daniela Rizzotto, Anna Maria Bruno Stella – figlia dell’infoibato Luigi Bruno –  l’assessore alla Scuola Laura Corvo e il maresciallo Giuseppe Geraci, comandante la stazione carabinieri di Pietraperzia. I saluti porti, ad inizio della manifestazione, dalla dirigente scolastica Daniela Rizzotto. Molto bravi gli alunni   che hanno declamato “Foibe di Bassovizza”, “Fili Spinati”, “Magazzino 18”, “Il giorno dei ricordi”. “Questo luogo – ha detto l’alunna Chiara Tamburello che ha letto Magazzino 18 – custodisce le masserizie dei nostri connazionali costretti a scappare alla fine della seconda guerra mondiale da Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla pulizia etnica delle truppe di Tito e per non rinnegare la propria italianità”. “In questi magazzino – si legge nello stesso messaggio – il tempo sembra essersi fermato, esso è testimone delle sofferenze che i nostri connazionali hanno provato. Icone religiose, oggetti di uso quotidiano, sedie, dimostrano il senso di abbandono e di delusione e, nello stesso tempo, il desiderio di riprendere la propria vita da dove l’avevano lasciata”. Molto commoventi le testimonianze dei ragazzi che rappresentavano gli infoibati. Notevole bravura anche da un “funzionario del Ministero degli Interni” – Dante Carà – che comunicava ai familiari, con lettera dattiloscritta, il ritrovamento di alcuni effetti personali dell’infoibato Ferdinando Diasol. Molto commovente anche la testimonianza della professoressa Anna Maria Bruno, figlia del poliziotto Luigi Bruno. Suo padre prestava servizio, fin dal 1937, nella questura di Fiume. Il povero Luigi, il 4 maggio 1945, era andato in questura per consegnare le armi come prescritto dalle truppe di Tito. Da quel giorno di Luigi Bruno si sono perse le tracce. Anna Maria Bruno, con una punta di emozione, ha detto: “Mio padre era orgoglioso di indossare la divisa e anche noi dobbiamo rispetto a chi indossa la divisa perché tutela le nostre vite”.  “Quella delle foibe – ha continuato la Bruno – è una storia di tutta l’Italia dimenticata per tanto tempo. Voglio sapere la foiba in cui hanno buttato mio padre per pregare in quel luogo. Mi sento gratificata dall’attenzione prestata dalla giovani generazioni”. Anna Mari Bruno  Stella ho concluso: “Nonostante la tragedia, non porto odio nel mio cuore ma un profondo dolore per quanto vissuto e passato Shoa e Foibe sono state due grandi tragedie del ‘900. La forza me la dà mi padre che sento vicino e sembra dirmi di non arrendermi”. Subito dopo la proiezione del docu-film “La scomparsa di mio padre, martire delle foibe”. Nel video le testimonianze della stessa Anna Maria Bruno e di diversi studiosi. Nello stesso filmato la consegna, ad Anna Maria Bruno, nel 2006, di pergamena e medaglia d’oro da parte dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Un lungo applauso si è levato nella sala alle commoventi parole di Anna Maria Bruno. L’assessore Laura Corvo ha detto che “Anna Maria Bruno è dotata di forza di volontà e sete di giustizia”. Laura Corvo ha concluso: “È importante ricordare per evitare che eventi così crudeli vengano ripetuti. È assolutamente necessario conoscere e studiare la storia”. Il maresciallo Giuseppe Geraci: “Queste sono occasioni di crescita e confronto che ci devono fare riflettere”. E rivolto ad Anna Maria Bruno, ha concluso: “Grazie per la sua forza e la sua testimonianza”.  GAETANO MILINO     

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