Giovedì 13 febbraio 2020 Alessandro Geraci ha presentato il suo romanzo “Il colore dei ricordi” nella sede del Salotto artistico-letterario “Civico 49” di Barrafranca (EN). Alla serata hanno partecipato i soci del Salotto, gli amici e famigliari dell’autore.
Dopo i saluti in iniziali delle patrone di casa Gaetano Vicari, Carmelo Orofino ha presentato il romanzo. «Il colore dei ricordi è un romanzo di formazione- spiega Orofino- e riguarda l’evoluzione del protagonista narratore verso la maturazione e l’età adulta. E’ un romanzo di memorie rivissute e riscritte dall’autore e che riguardano fatti ed emozioni vissute nell’arco di tempo che va dall’ultimo anno di Liceo al primo anno di Università. Si tratta di un gruppo privilegiato e compatto di giovani, formatosi, in un periodo nel quale poter frequentare un buon liceo e una buona università era per i giovani garanzia di un futuro professionalmente appagante».
Difatti il romanzo propone alcuni episodi realmente accaduti all’autore, trascritti in un diario giovanile, conservato in fondo ad un cassetto e ritrovato per caso. La lettura di quelle pagine fa riaffiorare emozioni, sensazioni, che sembravano dimenticate, quasi coperte dal grigiore del tempo. E’ bastato lo scorrere intimo e veloce di quelle righe dal linguaggio giovane, per ridare vita e colorare vivacemente quelle esperienze che Alessandro ha vissuto in quei mesi che precedono la maturità classica e che lo proiettano verso il mondo universitario. Siamo negli anni ’60, gli anni che prepararono alla rivoluzione studentesca del ’68. «Il romanzo è ambientato negli anni ’60, e gira attorno ad un io narrante – continua Carmelo Orofino- ma la figura del protagonista che si muove sulla scena rivela subito una duplice identità. La prima è quella del narratore che è un uomo adulto ragionevole e colto che giudica uomini e cose con distacco e che giudica se stesso dall’esterno senza indulgenza e senza compiacimenti; la seconda è di uno studente passionale e impulsivo avido di vita e desideroso d’amore. Le due figure convivono e si sorreggono a vicenda. La storia racconta soprattutto l’incontro con tre donne, tutte con una forte personalità e con un livello di maturità più spiccato rispetto ai coetanei maschi degli anni Sessanta». L’autore, con dovizia di particolari, descrive luoghi, ambienti e momenti di vita (le storie si snodano tra Barrafranca, Piazza Armerina, Catania)vissuti con la spensieratezza dei diciotto anni, ma descritti e analizzati con la maturità dei settantanni. Amore e amicizia, giovinezza e inquietudine si rincorrono e alimentano i RICORDI, in quel vasto mare che è la MEMORIA. Il ricordo dello slancio e degli impulsi giovanili è mitigato dalla calma ragionevolezza della maturità, dal vedere e rivedere momenti di vita vissuti attraverso gli occhi di chi li ha già metabolizzati e adesso li fa emergere in una nuova veste.
Il linguaggio è scorrevole e ricco di termini che rendano evidente gli stati d’amino del protagonista. La presenza di Melina, Marinella e Maria, le donne amate dal poeta, crea un clima intrigante e avvincente, basato sullo stato di conflitto e un dissidio interiore con il quale il protagonista dovrà convivere. In tutti questi mutamenti e avvicendamenti, interessanti e particolareggiati sono le descrizioni paesaggistiche, le descrizioni psicologiche degli stessi personaggi e l’indoramento di qualche episodio amoroso che potrebbe scivolare in situazioni troppo osé. «Ho voluto pubblicare questo romanzo – spiega l’autore- pensando ai giovani, con l’augurio e la speranza che certi atteggiamenti, amori, sogni e illusioni possano continuare a essere vissuti con l’ardore di sempre e rimanere intatti nelle future generazioni».Questi ricordi, scritti anche in forma romanzata, dove emerge una società dedita al lavoro e alla famiglia, in un periodo di boom economico, dove l’amicizia era sacra e dove l’amore era il motore che spingeva il mondo, devono essere da monito alle nuove generazioni, in un periodo storico dove i valori e gli ideali di una volta si stanno .
Nella copertina anteriore del libro è raffigurato il particolare dell’opera di Mariella Flammà dal titolo “Riflesso”. «L’opera è stata eseguita nel settembre 2016- spiega ai presenti la pittrice- ed è stata realizzata con tecnica mista. Il formato a rettangolo del dipinto incornicia una porzione di uno stagno in primo piano. Sulla sua superficie. si riflettono i riflessi della luce mossi dalle increspature prodotte dal vento, sul quale emerge un riflesso femminile. Osservando l’opera, dipinta con pennellate ampie e libere, l’attenzione dello spettatore è assorbita dal gioco di luci e di colori che vibrano nell’acqua, proprio come i ricordi che balzano e in un istante fanno riemergere eventi di vita vissuta».
Il libro è disponibile nelle librerie barresi e presso lo stesso autore.
Rita Bevilacqua