Siciliani e Sicilianità- L’antico detto: “Pira nun facisti e miraculi vò fari?”

Siciliani e Sicilianità- L’antico detto: “Pira nun facisti e miraculi vò fari?”

Era di uso comune tra il popolo siciliano parlare attraverso motti, proverbi, detti, che esprimessero, in modo conciso e diretto, un pensiero comune tramandato da generazione a generazione. Di queste locuzioni popolari la lingua siciliana ne è ricca. Interessante a tal senso è il detto “Pira nun facisti e miraculi vò fari?”, che i più anziani barresi ricorderanno sicuramente.
Il detto è usato per indicare l’inettitudine di una persona che, nonostante i progressi raggiunti in società, rimane gretto e sordo ai bisogni altrui. Chi nasce in un modo non può mancare di essere della stessa natura di chi l’ha messo al mondo.

Sentitolo spesso pronunciare dalle persone anziane, ho cercato di capirne il significato. Cosi mi è stata raccontata un’interessante leggenda che, come tutte le storie tramandate oralmente, ha diverse varianti.
Si racconta che un contadino aveva un albero di pere che da tempo non faceva più frutti. Allora decise di abbatterlo e venderlo come legname. Trovandosi un giorno in chiesa a chiedere una grazie che non arrivava, riconobbe nella Croce il suo pero. Vedendo che non aveva fatto il miracolo,  esordì in questa maniera:
«Pira nun facisti e miraculi vo’ fari?
Cu nasci di natura ‘un pò mancari
Piru ca nascisti ‘ntra ‘n ortu ‘ccillenti
e mai a lu munnu pira avisti a fari,
ora ca nun sì cchiu piru, cruci ti prisenti
e la genti ti veni a adurari.
Ma iu ca ti canusciu, ti dicu piru senti:
pira nun facisti e miraculi vò fari?
Dissi Sant Agustinu veramenti:
cu nasci di natura ‘un pò mancari
(Traduzione: Pere non facesti e miracoli vuoi fare? Chi nasce di natura non può mancare. Pero che nascesti in un orto eccellenti mai al mondo pere facesti, ora che non sei più pero, croce ti presenti e la gente ti viene ad adorare. Ma io che ti conosco, ti dico pero senti: pere non facesti e ora miracoli vuoi fare? Disse Sant’Agostino veramente: Chi nasce di natura non può mancare).
Classica leggenda siciliana, mista di sacro e di profano, che cerca di spiegare il carattere spesso inetto dell’individuo, ricorrendo a elementi semplici e devozionali della cultura contadina.

Rita Bevilacqua

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