“ Mi reco qui in Sicilia perché sento la nostalgia della nostra terra ma anche dei siciliani”. Queste le parole di Andrea Camilleri scrittore e commediografo di Porto Empedocle nel ricordo dello storico Bobbò Centonze dopo l’incontro di diversi anni fa a Catania. Lo scrittore empedoclino arrivava da Roma mentre lo storico Bobbò Centonze, studioso di storia antica e archeologia, era anche lui di ritorno da una presentazione “Navigando i fiumi” a Calatabiano nel messinese. Un ricordo e aneddotti dell’incontro che arrivano in occasione del primo anniversario della morte dello scrittore. “Senza ombra di dubbio – afferma Bobbò Centonze – chiunque ha incontrato e parlato con lo scrittore Andrea Camilleri si intravedeva l’amore per la sicilianità “. Centonze, racconta anche un piccolo aneddoto, tanto che per parlare con Camilleri dovette superare un piccolo “provino”. “ Era circondato da molte figure femminili – dice Bobbò Centonze – e dopo aver parlato con sue due collaboratrici Camilleri seduto in un tavolo decise di incontrarmi. Parlammo dell’amore per i valori della Sicilia”. Centonze frequenta a Barrafranca un “salotto artistico – letterario” ospiti in una casa antica del centro storico al “Civico 49”; un gruppo di intellettuali, tra cui tante donne e poi il “padrone di casa”, Gaetano Vicari, Diego Aleo, Bobbò Centonze, Salvatore Licata, Carmelo Orofino, Filippo Salvaggio; i vari incontri sono di cultura generale e vertono su temi dell’identità siciliana; tra questi non può mancare l’operato letterario dello scrittore empedoclino. Ma lo stile camilleriano è molto amato a Barrafranca perchè non è un caso che dal romanzo storico, La Mossa del Cavallo, sia nato un film il quale affonda le sue radici su un fatto di cronaca avvenuto a Barrafranca nell’ Ottocento con l’omicidio di un prete. “ La memoria di questo grande scrittore – afferma Salvaggio – si lega a Barrafranca il quale è stato teatro di uno dei suoi più famosi romanzi, La mossa del cavallo, ed ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto in questo territorio. Molti turisti chiedono di visitare i luoghi in cui accaddero le vicende narrate e rimangono attratti dalla storia delle bizzare malefatte dei fratelli Vasapolli”. Ma c’è anche chi ha intervistato Camilleri per redigere la tesi sul suo romanzo “Il Re di Girgenti”; è Tina Cancilleri, scrittrice affermata, e di cui l’elaborato per la sua validità andò in pubblicazione. Da quell’incontro la barrese Cancilleri ne uscì “trasformata”, anche nel concetto di sicilitudine, e le sue numerose pubblicazioni ne sono una conferma.
RENATO PINNISI