Avola, 4 dicembre 2020 – Era risultato quasi un eroe. Ma non lo era.
La clamorosa novità sulla paternità di Vittorio Fortunato, il neonato ritrovato per strada a Ragusa è stordente. Il padre è il macellaio che ha detto di averlo trovato. Arrestato dalla polizia. Il padre? Lo stesso aveva simulato il ritrovamento del piccolo ‘buttato’ vicino ad un cassonetto della immondizia, così le notizie ci erano pervenute.
Non possiamo cadere nel giudizio sconsiderato; il giudizio si commisura con la misericordia senza fine di Dio che, ne sono più che convinto, ha ascoltato il farfuglio di quel neonato. Un farfuglio potente, amplificato dalla schiera degli angeli che stanno difronte a Dio, Trinità d’amore. Un farfuglio penetrante che oggi risuona più forte e a tutti, dico tutti, dice che non è possibile ciò che non dovrebbe mai accadere. Impensabile, ma possibile. Se ne scorgono tanti di questi casi. Troppi abbandoni di figli: i tanti bambini orfani con genitori vivi.
Perché è così: anche se una madre (un padre) si dimenticasse di un figlio, io, oracolo del Signore, non ti dimenticherò mai e non considerate questa mia affermazione puerile, qualora lo fosse, l’angelo custode ha fatto la sua parte ma ha anche guidato chi ha voluto approfondire su questo assurdo abbandono. Siamo stanchi degli abbandoni e della negazione della vita. Perché un padre, una madre non dovrebbero mai abbandonare un figlio.
Il farfuglio di Vittorio Fortunato, continuerà potente per ammonirci, per scuoterci, per dire sempre, dovunque e comunque che la vita è più forte della morte. Una grande vittoria e una grande e immensa fortuna che il piccolo sia stato accolto, accudito, amato, custodito e adottato. Una conquista di umanità che strida e va contro chi non è un eroe. Gli eroi non mentono mai, gli eroi compiono un atto di coraggio, volontariamente senza alcun interesse, si buttano contro ogni forma di corruzione, di malaffare; sono in contro tendenza: la vita per qualcuno da salvare, muoiono per i piccoli e i deboli.
Oggi i bambini, sicuramente sognano di incontrare ed essere eroi, se ancora ce la facciamo insegniamo loro ad essere un ‘cuore a cuore’ per l’altro, per chi è nel bisogno, nella solitudine che fa morire la vita. Trovare un posto, una casa, degli affetti, degli amori, questo ripaga ogni cosa distorta, interrotta, che speriamo di capire nel tempo. Che speriamo che non accada più.