PIETRAPERZIA. “Il nemico invisibile ci tiene chiusi nelle nostre case, ma nessuno ci può fermare, i Progetti li portiamo avanti anche a distanza”. Giovedì 14 gennaio, nella Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato, istituita dalla Chiesa, gli alunni delle classi terze dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Guarnaccia”, con i loro docenti, si sono incontrati in video conferenza e hanno presentato i lavori svolti sulla tematica dell’immigrazione, un fenomeno drammatico di grande attualità. I lavori, coordinati dalla referente del Progetto, Professoressa Maria Stella Bonincontro, si sono svolti in sinergia con il team dei docenti delle classi, Professoresse Maria Pititto, Erminia Viola, Antonella Vasile Rita Ficarra, Elisa Gentile Fabiola Marassà, Cinzia Caminiti. Il tema del Progetto è stato “I migranti e i viaggi della speranza, tra realtà e pregiudizi”. Le classi III A, III B e III C, hanno lavorato alla realizzazione di 3 PowerPoint facendo un excursus storico, dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri:
1. “L’Italia, da paese di emigrazione a paese d’immigrazione”
2. “Gli italiani al tempo della valigia di cartone, dal 1950 al 2000”
3. “Cittadini del mondo”
Dalle ore 12.00 alle ore 13.30, in presenza della Dirigente, Professoressa Daniela Rizzotto, i ragazzi e i loro docenti si sono collegati in videoconferenza. Hanno partecipato all’incontro 3 ospiti esterni: un ex migrante, Faisal Igala, l’autrice del libro “Di notte le stelle…”, professoressa Filippa La Porta e l’editore, Maurizio Vetri. Ha partecipato all’incontro anche l’avvocato Andrea Di Salvo che è riuscito a far assolvere Faisal per non avere commesso il fatto. La professoressa La Porta nel suo libro ha ricostruito la vicenda personale di Faisal, svelando, in maniera minuziosa, la situazione kafkiana in cui si è ritrovato; una storia complessa che affonda le sue radici in Ghana. L’autrice La Porta, con una scrittura semplice, ma carica di sentimento e di coinvolgimento emotivo, ha dato voce al migrante ghanese, Faisal Igala, un uomo che ha lasciato la sua terra ed ha affrontato le peripezie della traversata in mare alla ricerca di fortuna e di un futuro migliore, ma per lui si sono aperte le porte del carcere di Enna, in quanto “accusato di omicidio plurimo doloso, pluriaggravato da motivi abietti e futili e dalle circostanze di tempo e di luogo”. Ha iniziato il dibattito la professoressa La Porta leggendo delle parti del suo libro, facendo emergere l’ambiente in cui è cresciuto Faisal, con una disciplina quasi militare. Faisal ha preso la parola e ha iniziato a raccontare un po’ della sua infanzia, le motivazioni che l’hanno spinto a lasciare la sua terra verso il sogno italiano, i momenti drammatici vissuti durante la traversata, l’angoscia di ritrovarsi in carcere per delitti che non aveva commesso e di come si sia sentito pervadere dal profumo di libertà una volta uscito dal carcere. Molto toccante il racconto di Faisal. Momenti molto forti. Con la sua umanità, il suo coraggio, la sua caparbietà e la sua grande fede in Dio non si è mai arreso ed è riuscito a rifarsi una vita. Il messaggio che il giovane ghanese ha comunicato agli alunni presenti è proprio questo, nella vita non bisogna arrendersi mai e affrontare con coraggio le sfide che la vita ci pone davanti senza fermarsi mai e, soprattutto pone l’accento sull’importanza dello studio e della conoscenza delle lingue straniere, indispensabili, in un mondo ormai globalizzato. Particolarmente illuminante l’intervento dell’avvocato Di Salvo che ha spiegato come è riuscito a scagionare Faisal da un’ingiusta e infondata accusa. L’incontro si è concluso con la presentazione da parte degli alunni di parte dei loro lavori di ricerca e approfondimento sul tema dell’immigrazione: poesie, il brano musicale “Mare nostro” dei Gang e un sunto della storia di “Kemal”, un giovane clandestino giunto dall’Africa in Sicilia. E, infine, i saluti della Dirigente scolastica professoressa Daniela Rizzotto che ha ringraziato gli ospiti ed ha evidenziato l’alto livello dell’incontro affermando che il dibattito ha rappresentato sicuramente per i nostri alunni un momento altamente formativo. Le docenti dichiarano: “Le motivazioni che ci hanno spinto ad intraprendere un percorso sul fenomeno dei migranti hanno lo scopo di sensibilizzare ed educare i ragazzi a sviluppare comportamenti rispettosi e un atteggiamento empatico verso l’altro, il diverso, soggetto di diritti che dev’essere rispettato e valorizzato nella propria identità e unicità. Abbiamo voluto porre l’attenzione, soprattutto, su quello che quotidianamente si consuma davanti ai nostri occhi, con gli innumerevoli sbarchi dei viaggi disperati di migliaia di uomini, donne e bambini e, soprattutto far riflettere i nostri alunni sul vento dell’odio e della discriminazione che imperversa nei loro confronti”. E concludono: “La conoscenza della problematica dei migranti ha come principale obiettivo quello di sviluppare comportamenti che arricchiranno ogni allievo nel suo processo di crescita esistenziale, non solo nel percorso formativo che lo porterà a diventare adulto, ma anche nel corso di tutta la vita”. GAETANO MILINO