La manifestazione – tenuta nella sala conferenze della società “Militari in Congedo” di piazza Vittorio Emanuele – per celebrare i 400 anni dalla morte di Francesco Branciforti passato a miglior vita nel 1622. Ad organizzare l’evento, la Regione Sicilia, Il Comune di Pietraperzia e l’Accademia di Belle Arti di Catania. L’evento di Pietraperzia fa parte del ciclo di seminari e mostre che si tengono anche a Barrafranca, Butera, Mazzarino, Militello Val di Catania. La mostra, nei locali del teatro comunale di piazza Vittorio Emanuele, a cura della Accademia delle Belle Arti di Catania, professori Michele Romano, Viviana Scalia e Ornella Fazzina. Si potrà visitare, fino al prossimo Natale, ogni giorno dalle 17,00 alle ore 21,00. Al tavolo della presidenza il sindaco di Pietraperzia, oltre ai relatori Lina Scalisi, Silvia D’Agata e Salvatore La Monica. In sala il luogotenente Giuseppe Geraci – comandante la stazione carabinieri di Pietraperzia – oltre al parroco di Santa Maria di Gesù don Giovanni Bongiovanni e a don Giuseppe Rabita, amministratore della parrocchia “Madonna delle Grazie”. Tra i presenti in sala anche l’insegnante Caterina Salvaggio in rappresentanza del dirigente scolastico Giovanni Bevilacqua impossibilitato a presenziare per impegni indifferibili e la professoressa Rosalinda Nicolosi. Ad apertura della convention, il sindaco Salvuccio Messina ha ringraziato i rappresentanti delle associazioni, le forze dell’ordine, il dirigente scolastico Giovanni Bevilacqua, gli studenti della secondaria di primo grado “Vincenzo Guarnaccia”. I ringraziamenti del sindaco anche al vice sindaco e assessore alla Cultura Angelo Vullo che ha organizzato il seminario per le celebrazioni dei 400 anni dalla morte di Francesco Branciforte e l’ex presidente delle Regione Sicilia Nello Musumeci che ha voluto tali celebrazioni. Il sindaco Salvuccio Messina ha poi citato i cinque comuni interessati a tali celebrazioni e ringraziato i tre relatori: Lina Scalisi, Silvia D’Agata e Salvatore La Monica. Lina Scalisi ha illustrato la figura di Dorotea Barresi ed ha auspicato l’avvio di “percorsi turistici integrali per favorire la ripresa economica”. “In quel periodo – ha continuato Lina Scalisi – è stato intercettato l’aspetto turistico, sociale e culturale del Rinascimento”. Subito dopo, i ragazzi del comprensivo “Vincenzo Guarnaccia” hanno letto la biografia di Dorotea Barresi e di Fabrizio e Francesco Branciforti. I nomi dei lettori: Rocco Bonfirraro, Giovanni Di Natale, Lorenza Pazienza, Giulia Puzzo, Arianna Sillitto, Lorena Tamburella, Jasmin Zarba. I piccoli grandi lettori sono stati preparati dalle professoresse Elisa Gentile, Rosalinda Nicolosi, Maria Pititto, Erminia Viola. Subito dopo sono iniziati. gli interventi dei relatori.
Silvia D’Agatada parte sua, ha detto che “l’identità deve passare dai giovani. Pietraperzia è una storia europea e non solo di Pietraperzia che rappresentava un cenacolo di intellettuali proprio per volontà dei Barresi. Pietraperzia era il luogo della cultura e costituiva il centro delle attività culturali della Penisola”. Questi eventi – ha detto ancora Silvia D’Agata – sono l’occasione per restituire la storia e la cultura ai nuovi cittadini”. L’intervento di Salvatore La Monica incentrato sulla figura di “Dorotea Barresi, come grande esponente della nobiltà siciliana, la nobiltà di spada, la più antica e la vita di Dorotea Barresi che si forgia in un ambiente di ferro perché lei assiste alla pena capitale del padre Girolamo Barresi che viene rinviata dal 1537 al 1549 quando il viceré Juan De Vega vuole l’esecuzione e Girolamo Barresi viene decapitato presso Castello al Mare di Palermo”. Salvatore La Monica ha continuato: “Ho precisato la politica di Dorotea Barresi nel facilitare il matrimonio tra la cognata e il figlio e poi il matrimonio con Juan De Zuniga – matrimonio voluto dalla Corona, da Filippo II. C’erano stati dei tentativi di fare sposare Dorotea Barresi con Cesare Moncada, signore di Caltanissetta, o il tentativo di fare sposare la stessa Dorotea Barresi con il Conte de Fuentes che era un cugino del Presidente del Regno dell’epoca che era Fernando La Silva, barone di Favara”. Salvatore La Monica ha detto ancora: “Entrambi non furono effettuati. La motivazione ufficiale fu che se si fosse sposata con il Moncada si sarebbe costituito un potere terriero fortissimo. Secondo me invece la motivazione è un po’ diversa di come è stata rappresentata nel senso che fu un operazione tipica di grande potere perché la Spagna doveva mettere un suo uomo ch era Juan De Zuniga. Dorotea portava il suo Principato di Pietraperzia ereditato dopo la morte del fratello sia il Principato di Butera ereditato dallo zio Francesco Santapau e Branciforti”. Salvatore La Monica ha continuato: “A Filippo II premeva forte sistemare questo probabile fratellastro. prove non ce ne sono che era fratello però si è detto – e ci sono buoni motivi di poterlo prendere in considerazione – che fosse fratello di Filippo II. Lui e il fratello appartenevano alla grande nobiltà della Spagna Castigliana ed erano stati locati presso la corte di Madrid. Lo Zuniga, che apparteneva ad una delle famiglie della più alta nobiltà Castigliana, era un cadetto ed era parente del Conte di Miranda che si chiamava Zuniga. In pratica era sempre un barone. Con il matrimonio con Dorotea Barresi, lui, da cavaliere di Santiago – che era il suo titolo – diventa Principe di Pietraperzia e sostanzialmente il capo della nobiltà spagnola. Questa è stata quindi la strategia politica di Filippo II”. Salvatore La Monica ha concluso: “Quando il marito stava per morire, dice che c’erano documenti che non dovevano passare alla storia ed era giusto avvertire Sua Maestà che dice di seguire quello che faceva Don Giovanni. Ci sono stati dei documenti che sono stati distrutti. Cosa potevano essere questi documenti? Io ho fatto delle ipotesi ma non ne ho parlato perchè i Barresi meritano un convegno di una intera giornata”. GAETANO MILINO
Enna. “Non smettere mai di donare sangue” è l’invito del Direttore Generale Mario Zappia
Il dott. Mario Zappia, direttore generale dell’Azienda Sanitaria