CATANIA. Confiscato il patrimonio a tre persone.

CATANIA. Confiscato il patrimonio a tre persone.

- in Sicilia

Il provvedimento di confisca eseguito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di finanza (SCICO), su delega della Procura Distrettuale della Repubblica del Tribunale di Catania. Il provvedimento messo in atto dalla Guardia di Finanza di Catania a seguito di una sentenza del locale Tribunale, con cui il Giudice ha disposto la confisca del patrimonio, direttamente o indirettamente, riconducibile a 3 soggetti – Gaetano LIOTTASIO, Vincenzo MANGANO e Giuseppe SUSINNI – condannati rispettivamente per i reati di:

– associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti, tra i quali l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, la truffa ai danni dello Stato, il riciclaggio e l’intestazione fittizia di beni (LIOTTASIO e MANGANO);

– esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, aggravato dall’aver agevolato il clan SANTAPAOLA-ERCOLANO, favorendone l’infiltrazione occulta di “Cosa nostra catanese” nel peculiare settore economico (SUSINNI).

Si tratta del primo concreto esito dell’attività sinergica sviluppata in attuazione del memorandum operativo del 6 aprile 2022, stipulato tra lUfficio di Procura di Catania, il Comando Regionale Sicilia della Guardia di finanza e il suddetto Servizio Centrale, volto a introdurre forme di collaborazione per la più completa applicazione dei provvedimenti di confisca in fase di esecuzione delle sentenze passate in giudicato, mediante l’effettuazione di ogni utile approfondimento finalizzato all’accertamento economico-finanziario della posizione dei condannati. Nel dettaglio, nell’ambito di tale progettualità, è stato preliminarmente avviato un monitoraggio dei giudizi di condanna, emessi nell’ultimo triennio, per delitti gravi, come i reati associativi, i delitti di criminalità organizzata e quelli contro la Pubblica Amministrazione. Successivamente, sono stati svolti plurimi incontri, nel corso dei quali un pool di magistrati, di finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania e dello SCICO hanno esaminato collegialmente le pronunce individuate, valutando, al contempo, la sussistenza dei presupposti e delle condizioni legittimanti per l’applicazione, in esecuzione delle stesse, di una misura ablativa definitiva nei confronti dei condannati. All’esito dei lavori, è stata selezionata, tra le altre, la predetta sentenza del 2020, nell’ambito della quale il Giudice ha altresì disposto la confisca, fino ad oggi non ancora eseguita:

– di denaro, beni e altre utilità di cui SUSINNI non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato ai redditi dichiarati;

– dei beni che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato, anche nella forma “per equivalente”, di cui LIOTTASIO e MANGANO hanno disponibilità, anche indirettamente o per interposta persona, fino a concorrenza della somma di circa € 592.000 per il primo e € 606.000 per il secondo. “Per quanto sopra – si legge nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Catania e del Comando provinciale della Guardia di Finanza della città etnea – allo scopo di dare effettiva e piena attuazione al dispositivo di confisca, le unità specializzate del GICO del Nucleo PEF e dello SCICO hanno effettuato specifici accertamenti economico-finanziari sul conto dei condannati, sulla scorta dei quali è stato possibile individuare sia i patrimoni direttamente riconducibili agli interessati sia i beni mobili e immobili di cui gli stessi risultano essere comunque titolari o averne la disponibilità per interposta persona”. “Nel complesso, alla luce degli approfondimenti investigativi svolti, i citati finanzieri, sotto la direzione di questa Procura, hanno sottoposto a misura ablativa definitiva:

– n. 7 immobili situati nelle province di Catania, Palermo, Siracusa e Messina;

– n. 3 società aventi sede in Catania e Siracusa, operanti nei settori della rivendita bar, del commercio al dettaglio di confezioni per bambini e della raccolta di scommesse;

– n. 7 tra autovetture e motoveicoli;

– i saldi attivi, in corso di verifica, dei rapporti bancari e postali individuati (in totale 9 c/c), comprese 2 cassette di sicurezza, riconducibili ai condannati”.

L’attività dei Finanzieri di Catania si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura, dalla Guardia di Finanza etnea e dallo SCICO, volte al contrasto, sotto il profilo economico-finanziario, di tutte le forme di criminalità, anche di tipo organizzato, nonché dei tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale con i proventi illecitamente accumulati per effetto di condotte delittuose. GAETANO MILINO

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