Alessandro Romano nel Gennaio del 2021 era stato arrestato in concorso con altri imputati per reati gravissimi tra cui: rapina, sequestro di persona, estorsione e incendio, con la qualifica di capo promotore. Inoltre veniva indagato per reati di spaccio di stupefacenti riguardante alcune cessioni. Inizialmente a Romano è stata applicata la misura cautelare in carcere e successivamente su istanza del suo difensore di fiducia, avvocato Angelo Maria Tambè, veniva messo ai domiciliari per incompatibilità di salute. L’imputato, convinto della propria innocenza, a conclusione delle indagini, faceva richiesta di essere giudicato con il rito abbreviato, poi celebrato dinnanzi al giudice dottor Giuseppe Noto. Sentito l’imputato al processo, in cui si dichiarava estraneo ai fatti , veniva assolto per non avere commesso il fatto riguardo i reati di rapina, estorsione, sequestro di persona e incendio, condividendo il giudice la linea difensiva del difensore, ma veniva condannato, parzialmente, soltanto per alcuni episodi di spaccio. Per le contestazioni rimanenti è stato proposto appello dal difensore avvocato Tambè e si è in attesa della fissazione del giudizio di appello. Alessandro Romano dichiara: “Sono stato vittima di una ingiustizia per una denuncia sporta calunniosamente nei miei confronti da un privato, subendo una carcerazione per fatti gravi mai commessi e sottoposto a una misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di un anno”. “Ho subito – aggiunge Alessandro Romano – dei danni morali, oltre che materiali, che hanno danneggiato la mia persona. La libertà di cui un soggetto viene privato è un bene prezioso che nessuno ti potrà più restituire”. E conclude: “Credo nella giustizia italiana e nel lavoro della magistratura e sono convinto che in appello si farà chiarimento anche sulle restanti accuse a mio carico perché sono innocente”. GAETANO MILINO
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