Il rito funebre nella chiesa “Santa Maria di Gesù” di piazza Vittorio Emanuele in un caldo pomeriggio di metà agosto. In chiesa anche l’assessore alla Salute della Regione Sicilia Giovanna Volo. La salma di Paolo Santi Sillitto era arrivata alle 12,30 nella chiesa “Santa Maria di Gesù” dove è stata allestita la camera ardente. Il rito funebre celebrato da don Giovanni Bongiovanni, parroco di “Santa Maria di Gesù”. Nelle prime file c’erano i suoi familiari tra cui la sorella Nellina e il fratelloSanti. La bara, in noce chiaro, era poggiata per terra. Sul coperchio della cassa un cuscino di rose rosse. Il rito funebre accompagnato dal suono dell’organo. Alla tastiera il giovane Giuseppe Chiolo. In chiesa pure il maestro Francesco La Bruna che, durante la celebrazione della messa, ha eseguito al violino tre brani. Il primo pezzo, “Eccomi” di Marco Frisina, eseguito all’inizio del rito funebre. Il secondo “Dolce Sentire” durante la comunione con il, suono del violino e dell’organo. L’ultimo brano, “Preghiera Ebraica”, solo per violino, eseguito al termine della messa. Prima e seconda lettura lette, rispettivamente, da Rocchina Scalieri e da Maria Fazzi. La Preghiera dei Fedeli letta da Giovanni Zarba. Don Giovanni Bongiovanni, dopo avere dato lettura del vangelo delle Beatitudini, ha illustrato, durante l’omelia, la figura di Paolo Santi Sillitto. Al termine del rito funebre, Santi Sillitto, fratello del defunto, ha tracciato un ritratto di suo fratello Paolo Santi. Questo il suo discorso integrale: “Grazie a tutti che siete venuti qui oggi a salutare Paolo che ieri ha iniziato un nuovo viaggio che non conosciamo ma che speriamo lo possa portare verso nuove e belle esperienze”. Santi Sillitto ha continuato: “Paolo era e rimarrà una bella persona come, penso, possono testimoniare tanti di coloro che lo hanno conosciuto. Era buono e amava il prossimo. La sua era una personalità complessa, un po’ difficile da interpretare anche per lui stesso”. Santi Sillitto ha continuato: “Guidato per tutta la vita da considerazioni estetiche cui lui non avrebbe mai abdicato. Alla ricerca dell’equilibrio tra le cose, in un approccio discreto e rispettoso per il mondo materiale e immateriale. Tanto discreto da parlare sempre con un filo di voce, quasi sottovoce”. Santi Sillitto ha detto ancora: “Visse di arte, visse di amore. Aveva scelto Architettura per contribuire a conservare la bellezza e la memoria delle creazioni dell’uomo”. Santi Sillitto ha concluso: “Il chimico francese Lavoisier aveva sintetizzato in una formula qualcosa che tutti noi pensiamo: Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Paolo è adesso nuova energia che continuerà a vivere tra di noi”. GAETANO MILINO
PIETRAPERZIA. Rinviata a data da destinarsi l’esibizione della Fanfaradei Carabinieri.
Il rinvio “per motivi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri”